Roma, 7 agosto 1997

Anche i Verdi, parrebbe, sembrano intenzionati a ricorrere alla giustizia europea per denunciare la negazione dello Stato di diritto in Italia: i comitati referendari hanno recentemente presentato un ricorso alla Corte Europea dei diritti dell'uomo contro lo Stato italiano per violazione dei diritti politici e referendari in relazione alle sentenze della Consulta.

Peccato, però, che poche settimane fa i Verdi si siano dimostrati così acquiescenti nei confronti della lobby degli armieri e dei cacciatori nel boicottaggio del referendum sull'accesso ai fondi privati: non a caso la vittoria del partito del non voto è stata particolarmente significativa proprio in Toscana ed Emilia Romagna.

Così, complice l'istituto del quorum sconosciuto nelle grandi democrazie, il voto ambientalista e per il controllo dell'attività venatoria espresso il 15 giugno da 11 milioni di italiani ( 81% dei votanti) può essere completamente stravolto oggi dal Governo dell'Ulivo, in favore delle lobby degli armieri e dei cacciatori dell'appennino rosso.

Prima di rivolgersi al giudice europeo, quindi, sarebbe stato molto meglio rivolgersi con forza e fiducia al popolo italiano: questa resta la strada maestra per l'affermazione dello Stato di diritto in Italia, anche a partire dalla caccia. Se i verdi, i liberali e i democratici della Toscana, dell'Emilia e anche della Lombardia non vogliono arrendersi alla prepotenza e al diniego della legge e della volontà popolare, allora, insieme, prepariamo da subito referendum regionali contro le deroghe sulla caccia.