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Partito Radicale Rinascimento - 15 ottobre 1997
COMUNICATO DI PAOLO VIGEVANO, EDITORE DI RADIO RADICALE

Roma, 15 ottobre 1997

Il direttore generale della RAI Franco Iseppi ieri in commissione di vigilanza RAI ha, in sostanza, affermato che visto che il ministero ha confermato l'impossibilità oggi di mettere a disposizione della RAI le frequenze per realizzare la rete radiofonica parlamentare, occorrerà comprarle. Se Radio Radicale avanza delle "pretese inaccettabili" per la vendita delle proprie, bisognerà accontentarsi di qualche radio più piccola, magari quella di cui la RAI sta facendo da tempo indebita pubblicità di regime.

In proposito c'è da precisare:

il Ministero delle poste "oggi" non è in condizione di assegnare le frequenze necessarie alla RAI, ma tra poco più di un anno, per legge approvando il Piano Nazionale di assegnazione le frequenze alla RAI le dovrà dare gratis. Se così non è si cambi la legge, ma non si continuino a truffare le emittenti radiofoniche private che attendono da 22 anni il riordino della radiofonica, e non si sperperino i denari dei cittadini con spese inutili dopo essersi fatti aumentare il canone anche grazie all'impegno ad effettuare le trasmissioni dal parlamento;

Iseppi quando accredita contatti con Radio Radicale non dice il vero e lo sa. Tra Radio Radicale e la RAI non ci sono più contatti da oltre sei mesi, da quando cioè la RAI ha preteso di liquidare Radio Radicale ed il servizio di trasmissione delle sedute parlamentari come un banale problema di frequenze, non curandosi minimamente del valore, non solo patrimoniale, ma di know-how, di esperienza, di correttezza di informazione, di riconoscimenti politici, culturali e giuridici, che Radio Radicale ha conquistato in vent'anni di attività, per non parlare dell'immenso giacimento culturale dell'archivio sonoro, politico, parlamentare, giudiziario, sociologico di Radio Radicale. Archivio e non magazzino di nastri qual è oggi quello RAI, o dello stesso Parlamento, che non dispongono comunque dei documenti integrali che Radio Radicale ha invece accuratamente archiviato e aggiornato in oltre vent'anni;

Il Senato a maggio di quest'anno ha ottenuto l'impegno del governo ad assicurare la continuità del servizio come svolto da Radio Radicale, rinnovando la convenzione al Centro di Produzione, che ne è la società editrice, sino alla completa realizzazione della rete RAI e già oggi il contratto tra RAI e Ministero prevede di fatto di interromperlo da novembre a gennaio e per il completamento della rete Iseppi non si pronuncia.

E comunque i Presidenti di Camera e Senato, che di questo nostro servizio sono di fatto i committenti stiano a scegliere tra chi deve essere il concessionario di questo servizio. Se deve essere l'attuale (il centro di Produzione S.p.a.) che in vent'anni non ha mai causato alcuna lamentela sul come quel servizio svolgeva, o chi sino all'ultimo ha tentato di truffarli, prima rifiutandosi per anni di realizzarlo, poi proponendo di mettere a disposizione una rete per le dirette dal Parlamento che per gran parte della giornata, in diretta, con l'Onda Media, non avrebbe potuto nemmeno trasmettere.

 
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