Roma, 9 novembre 1997
"Le miserabili sufficienze di chi è sufficientemente omogeneo - come fronda di gradimento - al potere della Fiat e della partitocrazia, per poter scrivere dal pulpito di "Il Corriere della Sera", come Ernesto Galli Della Loggia, qualificano quel potere e quegli scrivani ufficiali, non noi.
Rottamatori e rottamati della moralità ufficiale, moralisti addetti a colpire le moralità civili e politiche ancora sussistenti in Italia, censori feroci e puntuali delle concrete battaglie ingaggiate e a parole invocate, costoro fanno forse rabbia? All'istante, ma pena nel tribunale delle coscienze libere e integre.
Vivremo in un paese civile solo quando gli "utenti" della stampa e dell'informazione potranno organizzarsi per boicottare i prodotti inquinati e truffaldini loro imposti, siano essi a quattro ruote o a due zampe e molti ferri del mestiere quelli propri a coloro che in nome della pulizia si costituiscono in polizia, e scambiano la "politesse" dei salotti del potere con la "police" contro le idee e le verità scomode ai ladri ed ai corrotti delle rottamazioni di ogni tipo".