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Partito Radicale Rinascimento - 11 novembre 1997
ELEZIONI A ROMA: LISTA PANNELLA 'PRIVATIZZARE NON SOLO LE AZIENDE MA ANCHE "PEZZI" DI COMUNE'

Roma, 11 novembre 1997

Sulla gestione del patrimonio e dei servizi comunali la nuova Amministrazione di Roma si misurerà con un banco di prova impegnativo e politicamente significativo. Le privatizzazioni all'italiana hanno sinora significato il consolidamento di un management pubblico di stretta provenienza o osservanza partitica, e il rafforzamento del controllo politico sugli assetti e sulle strategie delle aziende- per così dire- privatizzate. A Roma deve accadere esattamente il contrario. E, al momento, è certo che questo non accadrà se a governare Roma sarà Borghini con una maggioranza che, insieme a Rifondazione Comunista, non più tardi di 6 mesi fa, si oppose alla privatizzazione delle aziende municipali con un referendum comunale, alla sconfitta del quale contribuimmo in maniera decisiva.

Per realizzare un serio e concreto programma di privatizzazioni- peraltro pregiudicato da una normativa nazionale che ancora impone vincoli fortissimi alla privatizzazione di beni pubblici, ancor più se questi sono patrimonio di enti locali- è però necessario che, da subito, sia modificato l'assetto giuridico e societario delle aziende municipali, e che queste siano trasformate immediatamente in Spa. In questo modo, da una parte si darà una chiara indicazione politica di rilievo nazionale, e dall'altra si potrà predisporre- da subito ed in modo più agile- una reale politica di dismissioni.

Accanto alle aziende è però necessario privatizzare anche "pezzi" di Comune, a partire da servizi la cui gestione diretta costituisce un alibi per il gigantismo burocratico della macchina comunale ed un onere ingiustificato per i cittadini.

Fra questi servizi, si possono citare, a solo titolo di esempio, quelli di elaborazione dati (oggi forniti dal Ceu), di trasporto scolastico, di manutenzione dei giardini, di affissione pubblica, o vere e proprie aziende, come l'AscoRoma - che non svolge alcun reale servizio pubblico, ma, semmai, un servizio "per il pubblico" (cioè il Comune di Roma), che potrebbe essere sostituito in modo più conveniente da compagnie esterne e private- o come l'azienda Farmacie, che dovrebbe limitarsi alla gestione di farmacie di "servizio" collocate in aree "scoperte" della Città.

E, oltre a tutto il resto, nel Consiglio Comunale non mancheremo di ricordare che le privatizzazioni, incrementando la concorrenza e il dinamismo economico della città, sono l'unica seria politica per l'occupazione che il Comune di Roma può realizzare.

 
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