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Notizie lista Pannella
Partito Radicale Rinascimento - 12 novembre 1997
Roma, 12 novembre 1997
ORE 20.15

ALLA CORTESE E URGENTE ATTENZIONE DEL DIRETTORE E DEL CAPOREDATTORE INTERNI.

TRASMETTIAMO LA SEGUENTE DICHIARAZIONE DI MARCO PANNELLA:

"PREMESSA

Una volta di più, gli elettori si recheranno a votare domenica, essendo loro stata sottratta totalmente la possibilità di scegliere o non scegliere le idee, gli obiettivi, le ragioni della "Lista Pannella", del nostro movimento, totalmente escluso dai dibattiti, approfondimenti e confronti politici, su qualsiasi rete e su qualsiasi evento, con una esclusione totale dei suoi esponenti, di tutti e di ciascuno, a cominciare da Emma Bonino e Marco Pannella.

Solamente nei telegiornali si è "forzata" la cronaca con una attività senza precedenti e senza paragone possibile con quella di qualunque altra organizzazione. Ma tutto, appunto, è restato pura e semplice cronaca.

Denuncio quindi un fatto ormai irreversibile, non cerco di correggerlo per l'oggi, per domenica.

IL FATTO

Non essendo né un codardo né un vinto, sono costretto a rischiare gravemente la vita, contro la morte del diritto e dei diritti, che implica sempre, nel popolo che la tolleri, tragedie e sciagure senza fine. Ripeto: non posso che, con assoluta consapevolezza, rischiare immediatamente la vita, per non "rischiare" la certezza della morte.

Il potere italiano è lo stesso che ha costruito l'assassinio di Aldo Moro, come Moro ha denunciato e gridato; che ha lasciato assassinare, o assassinato, tanti altri - a cominciare dal Comandante Generale della Arma dei Carabinieri, Generale Mino - e che continua a coprire i loro assassini: anche nel caso di Moro, anche nel caso di Mino.

Il Parlamento continua ad essere al servizio dei Partiti, e del loro sistema di potere criminale.

Per questo inizierò, entro domani, uno sciopero assoluto della sete (e della fame, ovviamente). Avendo di recente dovuto affrontare seri moniti cardiaci e cerebrali, sono sottoposto a una terapia intensiva che dovrò interrompere non essendo compatibile con lo sciopero della sete (e nemmeno con quello della fame, per la verità).

Ma noi siamo assassinati, come persone, donne e uomini, liberi. E, con noi, il nostro popolo. Intendiamo difenderci, combattere, sperare. Ma non al prezzo di sopravvivere come codardi, come schiavi o servi, come complici.

CONCLUSIONI

Senza la difesa dell'onore, della reputazione, dell'immagine, dell'identità, della verità e dei corrispondenti diritti di difesa, nella società e nell'Italia contemporanea la difesa della vita stessa diviene impossibile. In Italia, nei nostri confronti, si passa dall'illusione di poter compiere un assassinio "morale", d'immagine - preterintenzionale, insomma - alla premeditazione piena.

Un atto sia pure estremo di nonviolenza è sempre anche un atto di speranza e non di disperazione.

Se dovesse, però, concludersi tragicamente, denuncio sin d'ora, oltre che per una serie puntuale e ineccepibile di reati gravissimi contro i diritti costituzionali e politici nostri e dei cittadini italiani, anche per omicidio premeditato e per concorso in omicidio - con prove schiaccianti e in larga parte verificabili presso il "Centro d'Ascolto dell'Informazione Televisiva" - massime autorità pubbliche e altri fuori-legge o killers: dai responsabili centrali della RAI-TV, di Mediaset, della Fiat e dintorni, a Bruno Vespa e Maurizio Costanzo con i loro pari, simili e soci, fino a giungere a quelle decine di magistrati corrotti che hanno assicurato per decenni l'impunità ai potenti di ogni risma, mentre questi edificavano il loro potere, per tanti versi criminale, sulla mancata tutela del bene dell'onore e della reputazione, del diritto alla propria immagine e identità, e dei diritti civili e politici di un intero popolo".

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