Roma, 13 dicembre 1997
Dichiarazione di Marco Pannella:
"La storia comunista italiana, con il suo DNA antiliberale, burocratico, rischia ogni giorno di più' di dominare la concreta opera anche del PDS, il suo potere. Quel che è accaduto in questi mesi e in queste ore in Parlamento è la resa dei conti dei burocrati comunisti e partitocratici, e di un ceto di governo di stampo a loro subalterno, come nel dopoguerra est-europeo, contro Radio Radicale e il movimento dei diritti civili e umani, da Ignazio Silone a Loris Fortuna, dagli amici di "Il Mondo" al movimento radicale.
Burocrati ex pduppini o (ex)comunisti come Vita sono molto più' concretamente potenti e presenti, nella loro impersonale anonimia, di Massimo D'Alema, come negli anni settanta un Morrione lo fu più' di Enrico Berlinguer.
540 parlamentari della Repubblica, tanti quanti hanno sottoscritto un puntuale appello a favore del servizio pubblico e civile di Radio Radicale, il PPI, i Verdi, RI, l'intera opposizione del Polo, non contano assolutamente nulla di fronte alla oscura, anonima, ottusa forza del sottopotere burocratico di regime.
La "libera stampa" italiana, che in questa vicenda non ha scritto un rigo, ha censurato al solito perfino la maggioranza assoluta dei parlamentari e così conferma il suo primato incivile, e antiliberale nei confronti dello stesso ceto politico.
Se questo è l'orizzonte, non resta che la necessità di salire in ambizioni e in impegno più' in alto, e con maggior forza e durezza.
Viva l'anticomunismo, amici Prodi e Veltroni, D'Alema e Cossutta!"