Roma, 26 dicembre 1997
"Fingendosi o essendo distratti, rifiutando di riconoscere il significato e il valore politici dell'attacco non solamente alla radiofonia libera e privata ma a tutta la residua legalità e libertà dell'opposizione liberale e sociale in Italia, tollerando l'arrogante risposta della Rai-Tv (mai come oggi di regime) al Parlamento, con l'aggravamento dell'ostracismo contro le idee e gli interessi dell'80% degli italiani da esso ufficialmente denunciato, tutto ciò - dunque - ignorando e secondando, i D'Alema e i Prodi, i massimi esponenti e le maggiori forze dell'Ulivo (malgrado le sensibilità dimostrate dalla grande maggioranza dei loro rappresentanti e quadri), l'intellettualità ufficiale che ha oggi Bobbio come ieri Gentile a degradata ispirazione civile, il centro di potere torinese che con i suoi imperi e i suoi tentacoli appare sempre più volere essere l'unica, vera piovra italiana, l'ordine giudiziario e quello giornalistico, tutti costoro, in commovente sintonia e unità, dominano con incoscienza un paese s
empre più a loro estraneo e interiormente nemico.
In questa situazione essi ben dovrebbero sapere che (non gli 'eccessi' o la demagogia di Umberto Bossi ma) il loro proprio regime sta determinando una situazione nella quale la tentazione, assolutamente logica, del ricorso alle armi (ciascuno alle proprie) finirà per prevalere o sta già prevalendo, divenendo ineluttabile.
La 'Lista Pannella' rivolge a tutti un appello estremo: perché di questo ci si renda conto e si dibatta, oltre che informare; perché si muti immediatamente politica e scelte di potere; perché lo Stato cessi di essere sempre più fuori-legge e la sovranità del diritto venga ristabilita.
Censurare Emma Bonino, come sta accadendo da ventuno anni, e si sta confermando in queste ore, non onora certo chi lo fa, né ne testimonia il decoro e la decenza, oltre che la forza e l'intelligenza".