Roma, 11 gennaio 1998
"Non più tardi di otto mesi fa, alla Conferenza Nazionale sulla droga di Napoli, i Ministri Bindi, Flick e Napolitano - al termine di una discussione inedita, promettente, istruita ed organizzata con indubbio coraggio dal Ministro Turco - giunsero a 'stoppare' ogni prospettiva di riforma. Pronunciarono alto, forte ed esplicito il 'non expedit'. E da allora il Governo non ha più fatto e detto nulla di significativo. Se qualcosa - da allora - ha voluto sperimentare è il senso della più burocratica e irrisoluta continuità con il passato: con venti anni di governo della 'droga' costruiti sull'ipocrisia, sull'insipienza, sulla rinuncia e sulla retorica.
Ora, le parole del Procuratore Generale della Corte di Cassazione pongono il Governo di fronte a obiettive e nuove responsabilità. Il Governo non può pensare - come (non ne avevamo dubbi) ha immediatamente fatto Rosy Bindi - di 'rimandare la palla' a qualcun altro: al Parlamento, alle forze politiche .
Il Governo, se è il 'Governo', non può aspettare di sapere quanto gli equilibri partitocratici della coalizione o il coraggio e la paura dei singoli Ministri gli permetteranno di fare o di non fare; deve decidere, e dire al paese, se ritiene che una politica sanitaria efficace e sperimentata possa essere interdetta, negata, 'proibita', per problemi di equilibrio interno o se al contrario è necessario ricorrervi proprio per senso di responsabilità nei confronti del paese e dei suoi cittadini".