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Partito Radicale Rinascimento - 14 gennaio 1998
DROGA: LISTA PANNELLA SU "STATI GENERALI" PROIBIZIONISTI

Roma, 14 gennaio 1998

Oggi- cosa inedita e straordinaria- abbiamo assistito alla convocazione degli "stati generali" di un regime: quello proibizionista; più forte ed eterno di tutti i regimi del 900, comunista escluso. A ben guardare, più che stati generali, sono stati "di generali", di professionisti della guerra perduta. Non vogliono riformare nulla: vogliono conservare tutto. Più che una qualche rivoluzione, ricordano reazioni vandeane: il tentativo di un regime putrefatto di "risuscitarsi".

Ora, anche per coloro che non vedono alternative al proibizionismo, o- legittimamente- non vi confidano, è difficile addebitare ad altri che al regime proibizionista i risultati di decenni di politiche sulla droga. E' non è possibile intitolare alla "solidarietà" la difesa di una politica e di una legge, grazie alla quale ogni anno vanno in galera il doppio dei tossicodipendenti che vanno in comunità (nel 1997: quasi 30.000, contro 15.000).

In mezzo a questa coreografia di stracciatori di vesti e lanciatori di anatemi, continua a non essere affatto chiara la posizione del Governo. Non è chiaro, cioè, se, oltre a non volere fare nulla per sperimentare la somministrazione controllata di eroina, intende invece fare concretamente qualcosa contro chi, esercitando le proprie responsabilità di governo- Città, Regioni, amministrazioni politiche e sanitarie locali-, decidesse, come è già stato annunciato, di sperimentare questa alternativa

La somministrazione controllata di eroina è stata attuata nella "proibizionista" Svizzera; ma nella "solidarissima" Italia, potrebbe, come temiamo, essere "proibita", affogata in un pantano normativo-burocratico: la richiesta alle Regioni di assumere sul tema una posizione comune ed unanime, che oggi la Bindi ha formulato, oltre ad essere evidentemente insensata (neppure il Governo ha una posizione comune, posto che ne abbia una), sembra creare le condizioni per cui il Governo possa bloccare tutto, senza neppure esprimere una esplicita opposizione alla proposta.

 
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