Roma, 15 gennaio 1998
Dichiarazione di Marco Pannella:
"Dopo aver resuscitato con un articolo di un "contratto di servizio" l'espansionismo statalista e di regime della RAI-TV e fatto di "Radio Parlamento" l'alibi per una "quarta rete" acquistata "nazionalizzando" frequenze private così riducendo (a favore della RAI-TV da privatizzare!) lo spazio radiofonico privato, il Governo sembra ora esser sul punto di portare a compimento quest'opera rifiutando di confermare il regime di convenzione dopo gara pubblica per il servizio di "Radio Parlamento", regime prescelto con soddisfazione pressoché unanime dal Governo e dal Parlamento, per consegnarlo, dopo una breve proroga di alcuni mesi, alla RAI-TV.
Noi torniamo a chiedere al Presidente del Consiglio di non cedere alle lobby del vecchio e del nuovo regime, sempre le stesse, sia sul piano dei principi, sia su quelli legislativi e politici. Chiediamo che, senza più ignorare con jattanza e ipocrisia indirizzi parlamentari e di opinione pubblica di immensa forza numerica e civile, il Governo decida domani di confermare l'attuale regime di convenzione prorogandola a Radio Radicale, o per un triennio, o fino all'assegnazione del piano delle frequenze, o, in subordinata, fino a una nuova convenzione a seguito di pubblica gara.
In tal senso rivolgiamo un formale e pressante invito a tutti e ciascuno i ministri della Repubblica, oltre che al Presidente Prodi, a tutte le forze democratiche.
Il Parlamento, ormai, in molte occasioni, e in varie forme ha già auspicato tali soluzioni. Ed è l'ora di dire alto che le pressioni in direzione opposta attribuite al Presidente Violante non possono che essere false o tendenziose, viste le reiterate manifestazioni di volontà della stragrande maggioranza dei suoi deputati."