Roma, 7 febbraio 1998

Sulla prossima apertura di un canale parlamentare radiofonico da parte della Rai, Marco Pannella, interpellato da Radio Radicale, ha dichiarato:

"Ci troviamo dinanzi a una situazione per la quale questo governo di galantuomini non riesce ad evitare il ricorso a metodi ed operazioni da furfanti. Quando una classe dirigente si da degli obiettivi che non gli sono consentiti dalla legge, viene usata la legge materiale del fatto compiuto sia che si tratti del finanziamento pubblico dei partiti sia che si tratti delle trasmissioni di 'Radio Parlamento'."

"La Rai, pur spendo che nel Consiglio dei Ministri c'era stata una rivolta di Prodi grazie all'appello dei senatori a vita, degli ex Presidenti del Consiglio e dei presidenti emeriti della corte Costituzionale pubblicato a pagamento dal Corriere della Sera, ed essendo a conoscenza che nel Ddl del Governo, peraltro "desaparecido" da venti giorni, c'è la sospensione dell'Art. 14 del contratto dei servizi che obbligava l'azienda all'istituzione di una rete per la trasmissione delle sedute parlamentari, avvia questa operazione tecno-burocratica di regime e fa partire la rete parlamentare."

"Dico a Storace e a D'Alema - conclude Pannella - che io e i miei compagni siamo stati imbrogliati e continuiamo ad esserlo su tutta la linea. Mi rivolgo alla buona coscienza privata di Prodi, Zaccaria: e dei nostri interlocutori perché ci dicano cosa si può fare di fronte a questi comportamenti da farabutti e da furfanti.