Roma, 17 febbraio 1998
Dichiarazione di Marco Pannella:
"Sono assolutamente d'accordo con Segni sulla necessità che per la battaglia referendaria, per realizzare con referendum una riforma elettorale, è auspicabile la massima unità. Ma questa si era già realizzata nel '93 e fu gravissima responsabilità (che noi criticammo e respingemmo consapevoli di quello che sarebbe poi accaduto) sostenere che il Parlamento e le forze politiche potevano intervenire per mutare la scelta referendaria compiuta dal popolo.
Il "doppioturnismo" accanito e prioritario di coloro che in quella occasione divennero "referendari", a parte Mario Segni, costituì il prevedibilissimo varco per "mattarellare" la grande conquista popolare. Inoltre ha costituito un alibi per gli interventi pseudocostituzionali se non anticostituzionali della Corte negli anni successivi.
Quindi d'accordo a essere uniti se sarà ben chiaro a tutti che questo referendum deve essere considerato e rispettato come perfettamente "autoapplicativo" e comporta la scelta per l'Italia di un maggioritario secco a un turno. Sbagliare è infatti sicuramente possibile, perseverare sarebbe, più che diabolico, a questo punto, stupido."