Roma, 22 febbraio 1998
Dichiarazione di Benedetto Della Vedova, Lista Pannella
"La polemica così fuori misura del leader della quercia sulla privatizzazione Telecom ci lascia con un dubbio: D'Alema c'è o ci fa? Una prima ipotesi è che quando la scorsa primavera il Tesoro varava i decreti di modifica dello statuto della STET/Telecom in vista della privatizzazione, Massimo D'Alema e i suoi collaboratori si siano fatti menare per il naso. Come da parte nostra denunciammo con forza, infatti, la scelta di privatizzare la STET con la previsione contemporanea di una Golden Share pesantissima - destinata come dicemmo in assemblea dei soci all'ex Presidente Guido Rossi, alla inevitabile bocciatura comunitaria -, di un limite al possesso azionario del 3% e della scelta del nocciolo duro, significava consegnare per sempre il controllo dell'azienda nelle mani dei soliti noti. Tutto quindi era già scritto e puntualmente denunciato: altra cosa sarebbe stata una privatizzazione finalizzata a massimizzare gli introiti e a lasciare al mercato l'allocazione più efficiente del controllo di Telecom.
A meno che, seconda ipotesi, la sceneggiata di D'Alema abbia come finalità quella di provocare con false ragioni 'politicaly correct' un blocco delle privatizzazioni - tanto caro a Bertinotti -, garantendo da una parte la vita tranquilla di Prodi e dall'altra il rafforzamento del potere degli uomini del PDS nelle grandi aziende pubbliche".