Roma, 2 aprile 1998
Dichiarazione di Marco Pannella:
"Ho appreso, e verificato, quanto segue:
Pierfrancesco Pacini Battaglia è stato arrestato il 21 gennaio scorso su ordine della Procura di Milano.
Dopo l'arresto è stato trasferito al carcere di Opera: Pacini è noto cardiopatico, sottoposto a 4 by-pass nel solo '97. Non era possibile ignorare che, in tal modo, le sue condizioni di salute lo mettevano subito a forte, immediato rischio-infarto.
Veniva trasferito alla Clinica Multimedica di Sesto San Giovanni in stato di custodia cautelare, piantonato, quindi, 24 ore su 24 all'interno della sua stanza.
Alla Clinica si sono resi necessari subito ulteriori accertamenti: è stato eseguito un delicato intervento di coronografia sempre alla presenza, in sala operatoria, dei militari in servizio di piantonamento.
Gli esami successivi evidenziavano: un blocco di branchia, un blocco di 1 , 2 e 3 grado, due stenosi da trattare. La situazione psico-fisica molto grave ha poi reso necessaria l'immediata applicazione di un pace-maker.
La situazione si è ulteriormente aggravata negli ultimi giorni: è ora necessario un intervento di angioplastica. E evidente a quasi tutti che il regime di custodia cautelare, ansiogeno per una persona in condizioni normali, rischia di essere letale per un cardiopatico in condizioni precarie.
Numerose perizie mediche, di parte, dello stesso Tribunale di Milano e del Tribunale di Perugia (queste ultime depositate proprio ieri) evidenziano l'assoluta incompatibilità fra regime costrittivo e condizioni di salute di Pacini. Il quale, appunto, chiede solo la fine del regime costrittivo.
Mi limito a render noto che, per me, se a Pacini Battaglia accadesse di rimetterci completamente la pelle, si tratterebbe di omicidio preterintenzionale o colposo, costituendo così un triste salto di qualità rispetto a obiettive, riuscite istigazioni al suicidio del passato.
Ciò detto aggiungo anche d'esser fiero d'aver per tutta la mia vita appartenuto ad un mondo dove gli amici, i soci, i protettori ed i protetti dei Pacini Battaglia - oggi così vili da tacere - non potevano esser nemmeno scorti. Ho ignorato anche la semplice esistenza di Pierfrancesco Pacini Battaglia fin quando le cronache della disgrazia non ne hanno rivelato l'importanza e la dimestichezza con il mondo di tanti potenti. Sarei ora lieto di poterlo visitare, per controllare ulteriormente le condizioni e le caratteristiche della sua detenzione, se qualche eletto che ne abbia la facoltà consentirà ch'io lo accompagni; e, se possibile, dargli così una mano per farcela, e per non dare ad alcuno la soddisfazione della sua morte."