Roma, 9 maggio 1998
Dichiarazione di Benedetto Della Vedova:
"Da molti anni, con il certo consenso dell'opinione pubblica e la feroce ostilità della partitocrazia, sosteniamo un modello semplice e chiaro: quello americano, con un presidente che sia capo del Governo, eletto direttamente dai cittadini; con un parlamento eletto in collegi uninominali; con il maggioritario a un turno; con un federalismo autentico che trasferisca gran parte delle competenze dallo Stato centrale a nuove e autonome entità locali. Per questo l'auspicio del presidente del Consiglio per un compiuto bipartitismo non può che essere anche il nostro.
Con i nostri referendum elettorali abbiamo cercato di imporre una riforma radicale del nostro sistema partitocratico, come pre-condizione per ogni riforma istituzionale radicalmente liberale e alternativa. Gli elettori italiani avrebbero capito e aderito plebiscitariamente. Fummo però lasciati soli a difendere un costituzionalissimo referendum dai giochi politici di una Corte Costituzionale che raggiunse il suo livello più basso come riconosciuto anche da suoi Presidenti Emeriti. Fummo lasciati soli anche e soprattutto dalle forze politiche che oggi sostengono Prodi e il suo Governo.
Con i nostri attuali referendum, la cui raccolta firme si è aperta il 4 maggio nelle segreterie comunali, per l'abolizione della proporzionale dalla legge Mattarella, proseguiamo pervicacemente a batterci per quell'obiettivo nel consueto silenzio che ci avvolge.
Se quella del presidente del Consiglio non è solo tattica di piccolo cabotaggio o una passeggera "sbornia" clintoniana, Prodi ha un solo modo per dare forza politica alle sue affermazioni: firmare e fare campagna per i nostri referendum "americani". Il paese riconoscerebbe e premierebbe in questo gesto una volontà riformatrice e liberale che certo non può scorgere nel "pasticcio di casa Letta" o nella palude partitocratica della Bicamerale."