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Partito Radicale Rinascimento - 19 maggio 1998
RADIO RADICALE: DI PIETRO "SI TENTA DI FERMARLA"

Roma, 19 maggio 1998

Dopo la posizione assunta sul settimanale "Oggi" Radio Radicale ha intervistato il sen. Antonio Di Pietro:

"La mia è soltanto una presa d'atto da cittadino, che guarda le cose come stanno. Radio Radicale ha reso un servizio importante, ha reso un servizio trasparente, ha reso un servizio con professionalità. Adesso, si dice all'improvviso, non va più bene. Per legge si è detto che bisogna darlo in concessione a qualcun altro. Radio Radicale da una parte e tutti i cittadini dall'altra devono sapere che i servizi - come tutti i servizi - si devono assegnare per una pubblica gara e si devono assegnare tenendo conto del costo minore, cioè a chi garantisce un servizio migliore, in ordine sia alla presenza in tutto il territorio, sia in ordine alla qualità, vale a dire riportare fedelmente tutto ciò che avviene; sia in ordine alla quantità, cioè in termini di tempo a disposizione, per fare sapere cosa avviene nelle aule parlamentari.

A me sembra che tutto questo Radio Radicale l'abbia fatto. A me sembra che sia una di quelle poche che abbia funzionato, e ogni volta che c'è qualcosa che funziona si tenta di fermarla.

Tante volte, con le battaglie radicali mi sono trovato d'accordo, tante volte mi sono ritrovato in disaccordo, il problema di fondo è un altro: la libertà di lasciare agli altri liberamente di esprimersi e di decidere. I cittadini devono potersi orientare liberamente dopo che sanno esattamente ciò che avviene nelle aule parlamentari. Radio Radicale questo servizio l'assicura".

Quale seguito darà alla sua presa di posizione illustrata su "Oggi"?

"Ripeto: io parlo evidentemente a titolo personale. Non tutti all'interno dell'Ulivo la pensano come me. Per quanto mi riguarda, io non solo mi sono limitato ad esprimere pubblicamente come la penso in riguardo. Ma - gli ascoltatori della Radio non so se lo sanno - all'Ottava Commissione parlamentare del Senato, che si stava occupando di valutare questo aspetto e come devono essere messi in piedi questi rapporti con Radio Radicale, se vanno a vedere c'è il mio dissenso rispetto alle impostazioni che sono state prese, e non so se addirittura non sia forse l'unico dissenso.

Insomma, non si può tacitare una tradizione come quella semplicemente dandogli una nocciolina di qualche milioncino per assicurarvi una proroga di un po' di tempo. Bisogna che, con trasparenza, si facciano le gare, ma bisogna che in trasparenza si guardi a chi ha: a) a tutt'oggi la copertura territoriale; b) il personale a disposizione già pronto; c) lo faccia con assoluta trasparenza, anche quando si tratta di dirsi male da soli. Radio Radicale mi sembra che abbia avuto dimostrazioni che sa trasmettere programmi contro se stessa."

 
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