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Notizie lista Pannella
Partito Radicale Rinascimento - 22 maggio 1998
Conferenza stampa di venerdì 22 maggio 1998- ore 11,00
Testo dell'intervento di Emma Bonino

Per Radio Radicale chiediamo ininterrottamente da sette mesi quanto hanno chiesto i senatori a vita nella mozione e nell'emendamento presentato al Senato a gennaio. Corrisponde a quanto era stato annunciato dal Presidente del Consiglio Prodi il 16 gennaio scorso: la proroga del servizio di Radio radicale, fino alla nuova convenzione da stipulare a seguito di una gara.

Ma, come aveva annunciato Prodi, deve essere una "gara vera", secondo le modalità fissate dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato in conformità alla normativà europea e cioè impedendo che la RAI rafforzi la propria posizione dominante in vista della partecipazione alla gara, costituendo la quarta rete radiofonica, per di più finanziata dallo Stato attraverso il canone versato dai cittadini.

I militanti della Lista Pannella stanno chiedendo giorno dopo giorno di esporre queste ragioni al presidente del Consiglio, al quale hanno chiesto e continuano a chiedere di essere ricevuti. Ma Prodi non ci ha corrisposto nemmeno con un gesto di buona educazione: nemmeno una risposta è venuta alla nostra richiesta. E quanto anche io personalmente - spesso così "ascoltata" - abbia sostenuto questa richiesta ben lo dovreste sapere.

Ricordo che è stato Prodi ad essere venuto meno ai propri impegni ad avere mancato alla parola data: ad avere tollerato che il Ministero delle Comunicazioni, per conto del Governo, difendesse in Parlamento posizioni- stataliste, di difesa del monopolio Rai- opposte a quelle approvate in Consiglio dei Ministri. Gli sforzi costosi compiuti da tutti noi per ottenere incontri e chiarimenti con la Presidenza del Consiglio- io stessa ho passato 5 giorni e 6 notti accampata sotto Palazzo Chigi- si sono tradotti in impegni "solenni", sui contenuti e sui tempi di approvazione del provvedimento che sono stati completamente disattesi. E ripeto: completamente.

Ricordo che il Ministro Maccanico ed il sottosegretario Vita hanno sabotato dolosamente le posizioni del consiglio dei Ministri, chiedendo al Parlamento di non rispettare e di eludere le richieste chiarissime dell'Antitrust (abrogazione dell'art. 14, e chiusura della rete parlamentare della Rai), difendendo l'assegnazione di diritto alla Rai del servizio di trasmissione delle sedute parlamentari. E ancora, ricordo che Maccanico ha autorizzato, contro la legge, le trasmissioni di una emittente -la quarta rete Rai- che non ha concessione, e che non rispetta neppure quanto è stabilito dall'art.24 della legge Mammì, non essendo una rete esclusivamente dedicata alla trasmissioni delle sedute parlamentari, ma una rete di informazione politica generale, che, nel palinsesto e nelle scelte editoriali copia esattamente il modello di Radio Radicale.

Non c'è, in tutta Europa non dico un economista od un uomo di Governo, ma una persona di buon senso, e di buona moralità civile che sosterrebbe mai ciò il sottosegretario Vita continua a ribadire come posizione del Governo: che cioè il regime della gara per l'assegnazione di un servizio pubblico sia compatibile con una normativa che assegna di diritto tutti i servizi pubblici di informazione all'unico gestore pubblico.

Siamo giunti al ridicolo di sentire che si difende il mercato non come chiede l'Antitrust- cioè non fornendo un illecito rafforzamento ad uno dei concorrenti- ma garantendo alla Rai il diritto di annettersi radio parlamento, cioè di estendere, per decreto, il proprio monopolio sull'unico segmento di servizio pubblico di informazione, nato e cresciuto per sforzo e intelligenza di un privato.

E' sicuramente in gioco il tentativo di cancellare, annullare l'intera storia, esperienza e presenza radicale in Italia, quella dell''unica opposizione politica autenticamente liberale, liberista e libertaria; capace di mobilitare, come è già successo molte volte nel passato, maggioranze di cittadini per forti cambiamenti della società, a danno di ceti burocratici e parassitari di volta in volta, come oggi, saldamente al potere.

Abbiamo puntualmente denunciato e dimostrato che nella vicenda di Radio radicale e dell'annientamento informativo dei radicali sono stati compiuti atti di vera e propria sovversione nei confronti dei pricipi generali del diritto e delle leggi dello Stato.

Fra pochissimi giorni daremo alle stampe un libro bianco che documenterà come si è sviluppato nel corso dei mesi il continuo attentato ai diritti politici, non solo dei radicali, ma delle stesse maggioranze parlamentari che di volta hanno condiviso ragioni e obiettivi del nostro movimento.

Ma c'è dell'altro altro: a troppi farebbe comodo far fuori i testimoni- dico proprio i testimoni- di trent'anni di storia politica italiana caratterizzati dalla solidale corrresponsabilità di quel monopartito che si manifestava- attraverso le sue espressioni di governo e di opposizione- in tutto quello che oggi viene denunciato come malgoverno di un solo schieramento.

Far fuori non sole le persone ma anche le prove: l'enorme archivio di voci di radio radicale che in ogni momento può essere utilizzato per smentire i falsi storici attraverso i quali si vuole oggi riscrivere la storia della Repubblica.

A Prodi, a Maccanico e a Vita diciamo che il testo dei Senatori a vita è l'unico che corrisponde fedelmente a quanto il Governo aveva deliberato quel famoso sedici gennaio. Oggi è stato tradotto nell'emendamento depositato alla Camera e sottoscritto da Berlusconi, da Boato, da Furio Colombo, da Giorgio Benvenuto; da Francesco Storace, da Beppe Pisanu, da Marco Taradash; da Villeti, Crema e da tutto il sottogruppo dei socialisti, da Giulio Tremonti e da Antonio Martino, da Pecoraro Scanio, da Pierferdinando Casini da Gustavo Selva e da decine di altri deputati.

Permettetemi, infine, di ringraziare quanti, dando dimostrazione di impegno e di generosità umana e civile, hanno condotto in queste 48 ore l'iniziativa dello sciopero della sete.

 
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