Roma, 2 giugno 1998
La Lista Pannella ha consegnato questa mattina a ciascun membro della commissione cultura della Camera dei Deputati l'elenco di oltre 5000 digiunatori fra i 7000 aderenti allo sciopero della fame "per la libertà, la legalità dell'informazione e a sostegno di Radio Radicale": circa 100 fogli contenenti ciascuno 60 nominativi corredati di città di appartenenza ed età di ogni digiunatore. Un'analisi delle professioni di appartenenza ha dato questi risultati: studenti 22%; impiegati 11,6%; professionisti 11,8%; commercianti, imprenditori, artigiani 7%; pensionati 6,36%; casalinghe 5,33%; insegnanti e docenti universitari 5,1%; operai 4,1%; disoccupati 3,6%, altre professioni 12,1; non indicata 11,1.
"Da quando questa azione nonviolenta di sciopero della fame è partita (15 novembre 1997) - si legge nella lettera che Rita Bernardini e Mariano Giustino hanno inviato ai membri della commissione - gli aderenti sono stati più di 7000 e, in questa quinta fase cominciata il 26 di aprile, sono 5800: una cifra mai registrata in Italia per iniziative di questo tipo. Come si può notare dalle professioni, i digiunatori appartengono a tutte le fasce sociali; si tratta di cittadini che reputano "eccellente" il vero e proprio servizio pubblico svolto da Radio Radicale per più di 20 anni: molti di loro si sono avvicinati alle istituzioni proprio grazie alle trasmissioni di Radio Radicale e, con l'azione nonviolenta di dialogo, hanno deciso di sostenere la volontà del Parlamento - più volte esplicitata da precisi ordini del giorno - di assicurare continuità al servizio di trasmissione delle sedute di Camera e Senato. L'ultima fase dello sciopero della fame ha registrato così tante partecipazioni perché risulta inspiegabi
le come tanti mesi possano passare senza che un problema così semplice si risolva, malgrado le delibere di ampie maggioranze parlamentari, e le iniziative di prestigiose personalità della Repubblica. Del resto, lo stesso Governo aveva approvato il 16 gennaio (ormai quasi sei mesi fa) un DDL nel quale proponeva esplicitamente la proroga per il servizio svolto da Radio Radicale, e la conseguente sospensione dell'art 14 del contratto di servizio tra RAI e Ministero delle Comunicazioni."