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Partito Radicale Rinascimento - 13 giugno 1998
RADIO RADICALE: VIGEVANO A SERVENTI LONGHI E DEL BOCA "CHIEDIAMO INSIEME AL PARLAMENTO DI EVITARE UN GRAVISSIMO ERRORE"

Roma, 13 giugno 1998

Il disegno di legge relativo al rinnovo della convenzione per il servizio di Radio Parlamento prevede per Radio Radicale l'obbligo di applicazione del contratto giornalistico della Fnsi. A questo proposito, Paolo Vigevano, editore di Radio Radicale, ha scritto oggi una lettera aperta a Lorenzo del Boca e Paolo Serventi Longhi, Presidente e Segretario della Fnsi. La lettera è stata inviata per conoscenza anche ai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil:

"Sta per accadere un fatto gravissimo e senza precedenti, che qualcuno, anche fra voi, saluta improvvidamente come un successo.

Come sapete, nella legge relativa al rinnovo della convenzione per il servizio di Radio Parlamento, si sta per approvare una norma che impone a Radio Radicale l'applicazione del contratto FNSI. Si stabilisce per legge non il rispetto dei contratti di lavoro (che Radio Radicale applica, a meno di non considerare nulli tutti i contratti diversi da quello FNSI - come fa qualche vostro collega che parla sciaguratamente di 'lavoro nero' a Radio Radicale), ma l'applicazione di un determinato contratto. Con questa norma si sostituisce alla libera contrattazione sindacale la logica di un contratto imposto ope legis, senza alcun riferimento alla realtà, agli equilibri e alla volontà delle parti. Armare o imporre il potere contrattuale di un sindacato con la forza delle leggi, significa comprometterne l'autonomia e il potere di rappresentanza; e proprio il sindacato nella sua storia ha sempre combattuto ipotesi del genere.

Si illude, chi pensa che si tratti solo di un colpo - magari 'meritato' - a Radio Radicale. Questa norma è letteralmente micidiale: non solo per Radio Radicale, ma, in prospettiva, per tutte le emittenti. Non tutela nessuno, e riversa costi insostenibili su tutti. Se fosse applicata a tutta l'emittenza radiofonica, conseguirebbe il solo risultato di accrescere il lavoro nero e di ridurre le occasioni di lavoro regolare per i giovani giornalisti. La formulazione sul punto del ddl su Radio Radicale è così astrattamente rigida da contraddire la stessa pratica della FNSI, di fronte alla questione del contratto unico, che il vostro stesso sindacato, nel suo agire concreto, cerca di rendere flessibile quando la situazione lo richiede. Proprio questa prassi ha portato anche voi a riflessioni più generali, tanto che al vostro interno da tempo si discute e riflette sull'opportunità di superare il dogma o il tabù del contratto unico dei giornalisti; qualcuno anche fra voi comprende che non si può applicare lo stesso c

ontratto giornalistico tanto in un gruppo editoriale che fattura centinaia di miliardi quanto in una emittente radiofonica, locale o nazionale, di ridottissime dimensioni. Abbiamo, noi e voi, di fronte la realtà del lavoro giornalistico in un settore cruciale, tanto fragile quanto dinamico, di formazione e di apprendistato professionale, quale è quello della radiofonia. Si potrà pure fare un passo avanti rispetto alla mancata soluzione del problema di un nuovo e innovativo contratto di settore postovi senza esito dalla Frt? Ne abbiamo, mi pare, un comune interesse.

A questo punto, vi rilancio, nell'urgenza di queste ore, la proposta di ridiscutere subito l'intera questione. L'esigenza di adeguare e migliorare il contratto che applichiamo - nelle parti normative come in quelle salariali - non penso che possa significare, neppure per voi, la necessità di delegare al legislatore il compito di 'regolare i conti'. Sarebbe un abuso, e, per voi, un'abdicazione.

Se sarete disponibili, e coglierete questa occasione, avremo la possibilità di chiedere insieme al Parlamento, in nome e nell'interesse dei giornalisti della radiofonia, di evitare un errore gravissimo. Sono fiducioso in una vostra risposta nelle prossime ore, per poterci incontrare al più presto."

 
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