Dichiarazione di Gianfranco Dell'Alba, deputato europeo:

Roma, 17 agosto 1998 - "La Guerra Santa di Federico Rampini e di "Repubblica" a difesa di Malpensa continua. I toni sono quelli, abituali, dei detentori del bene e della verità. Sulla grande proletaria che rivendica il suo nuovo posto al sole, malgrado si presenti come al solito col fucile '91, pronta a schierare milioni di baionette pur di avere l'Hub lombardo, piovono inique sanzioni ancora una volta decise dal grande capitale internazionale e da un figlio della perfida Albione.

E allora, giù: il Mario Appelius di Piazza Indipendenza ce la mette proprio tutta dipingendo Kinnock come un pupazzo nelle mani delle grandi compagne aeree coalizzate contro Alitalia, interpretando la divergenza di vedute tra Roma e Bruxelles nella politica dei Trasporti, dove l'Unione europea ha competenza esclusiva, come una "guerra condotta puntando armi affilatissime contro Prodi", e additando infine al pubblico ludibrio notori disfattisti come Rutelli, Badaloni e la quinta colonna Ronchi, per non parlar poi dell'ingenua Emma Bonino, colpevole di esser più attenta agli interessi dei consumatori che a quelli della compagnia di bandiera.

Peccato che se si guardano le carte, si scopre che le cose non stanno proprio così; che il progetto che ha avuto il via libera dall'U.E. - non senza difficoltà come si ricorderà per la fortissima ostilità del Parlamento europeo - prevedeva la simultanea entrata in funzione dell'aeroporto e delle infrastrutture di collegamento, che insomma, rebus sic stantibus, si parla di una bocciatura annunciata proprio perché un "decreto Burlando" non può modificare una politica in materia di trasporti ormai di competenza europea.

Tutto ciò, un osservatore attento come Rampini lo sa: perché fa finta di non saperlo, plaudendo per di più a un'arma segreta escogitata dal duo Prodi-Burlando - quella di dichiarare inagibile Linate - più degna di una pochade che di una ragionevole composizione della vertenza?

Dal 2 maggio scorso, con tanto di festa al Campidoglio, siamo "entrati" nell'Unione economica e monetaria. Non è così, però, con questo schizofrenico atteggiamento verso Bruxelles, periodicamente additata come Mammona, che ci resteremo a lungo."