Roma 15 settembre 1998
Il Sen Piero Milio è in piena sintonia con i detenuti del carcere di Rebibbia che oggi hanno indetto uno sciopero della fame e con il personale sanitario penitenziario che manifesta contro la posizione del Governo che vuole trasferire la competenza della medicina penitenziaria, dal Ministero di Grazia e Giustizia al Ministero della Sanità.
Sta passando infatti quasi in sordina il tentativo di trasferire il delicato, e finora autonomo, settore della medicina penitenziaria alle dipendenze delle burocratiche e politicizzate ASL. Sarebbe questo un grave attentato al diritto alla salute tutelato in via generale dall'art 32 della Costituzione. Se infatti venisse attuato tale trasferimento verrebbe eliminata quella autonomia di cui finora ha goduto la medicina penitenziaria e che ha assicurato ai detenuti un buon servizio, dal punto di vista professionale ed umano, preso ad esempio anche da altri paesi.
Contro questo tentativo di inglobare nella macchina del Ministero della Sanità settori di assoluta specificità sotto l'ipocrita motivazione di una riduzione dei costi, il Senatore Piero Milio ha presentato un'interrogazione per verificare se effettivamente la composizione della popolazione carceraria non sia tale da richiedere una maggior cura. Il Senatore ha quindi chiesto in particolare di conoscere il turnover annuale di detenuti ; quanti di questi sono tossicodipendenti; quanti sono gli extracomunitari che versano in condizioni di salute mai verificate; quanti sono i detenuti ammalati di AIDS; quanti sono i detenuti che soffrono di disturbi psichici; quanti di epatite e di tubercolosi.
In ogni caso il Senatore ritiene che se la decisione è solo un problema di costi, la risposta non può essere che: non si può sacrificare nulla che sia essenziale, come il diritto alla salute. Il detenuto ammalato non è nelle stesse condizioni di una persona libera e necessita quindi di un'attenzione tempestiva e peculiare.
Per questo il Senatore Piero Milio si recherà oggi in visita ai detenuti di Rebibbia in sciopero della fame insieme ai senatori Saro Pettinato e Luciano Callegaro.