Roma, 14 ottobre 1998
Dichiarazione di Benedetto Della Vedova, Lista Pannella
"C'è un velo di ipocrisia sulla vicenda Telecom - assicurato da un'informazione faziosa o supina - che va squarciato.
Il presidente della Telecom Gian Mario Rossignolo ha fallito, questo è fuor di dubbio, e deve lasciare. Ma le principali responsabilità della debacle dell'ex monopolio dei telefoni che sta penalizzando milioni di risparmiatori, stanno altrove, anche se nessuno lo denuncia.
I primi responsabili sono il Ministro del Tesoro Ciampi e il suo direttore generale Mario Draghi: loro, e solo loro, sono i responsabili di questa privatizzazione fallimentare. Loro hanno deciso di introdurre la golden share e il limite al possesso azionario e di non affidare al mercato il compito di garantire la più efficiente allocazione del controllo della società; hanno scelto i partecipanti al nocciolo duro, hanno deciso di infilarci le fondazioni e altri investitori non interessati al core business e hanno consentito che l'Ifil di Agnelli divenisse l'azionista di riferimento con un investimento risibile e il possesso del solo 0,6% di capitale.
Da dodici mesi, quindi, la Telecom è di fatto nelle mani del gruppo torinese cui va attribuita la responsabilità principale - assieme al Governo che ha nominato ben quattro membri del Cda - del fallimento gestionale: che ciò sia avvenuto per sostanziale disinteresse o per scarsa dimestichezza con il mercato delle telecomunicazioni poco importa.
A questo punto il Tesoro ha una sola via di uscita: mettere all'asta in blocco il 4-5% di azioni ancora in suo possesso, assegnandole ad un investitore industriale, italiano o straniero, interessato alle TLC. Se gli Agnelli hanno a cuore il controllo della Telecom, non avrebbero che da mettere mano al portafogli".