Roma, 3 novembre 1998
Dichiarazione di Piero Milio, senatore della Lista Pannella:
"Con la sentenza di ieri sull'articolo 513 del Codice di procedura penale, la Corte Costituzionale ha confermato di essere il supremo organo di garanzia dell'imbarbarimento del diritto e dell'illegalità del sistema.
Non paga di aver letteralmente distrutto l'istituto referendario e sottratto ai cittadini una delle due possibilità di voto loro offerte dalla Costituzione con una giurisprudenza che non noi, ma gli stessi Presidenti Emeriti Antonio Baldassarre e Vincenzo Caianiello non hanno esitato in più occasioni a definire "politica", la Consulta ha così provveduto a rendere il processo penale italiano ancora meno "pubblico", ancora meno "orale" e ancora meno "contraddittorio", facendo compiere al Paese un altro decisivo passo nella direzione della restaurazione inquisitoria.
In Italia, la giustizia (poco importa se civile, penale, amministrativa o costituzionale) semplicemente non esiste, o, per essere più precisi, segnala la sua esistenza soltanto in occasione delle condanne che ci vengono regolarmente inflitte dalla Corte di giustizia dell'Unione Europea e dalla Corte europea dei diritti dell'uomo.
Credo inoltre che il Parlamento, riappropriandosi delle proprie prerogative, debba immediatamente intervenire per impedire che sia ripristinata la giustizia della "bocca della verità."