Roma, 25 novembre 1998
Dichiarazione della Lista Pannella:
Apprendiamo dai quotidiani di questa mattina che il pubblico ministero Guido Lo Forte, padre Ennio Pintacuda ed altre "menti raffinatissime" (per usare un'espressione cara allo stesso Lo Forte) si sono incaricate, nella giornata di ieri, di "riabilitare" la figura e l'opera di Leonardo Sciascia, che pure, in altri tempi, non avevano esitato a definire "un quaquaraqua degno solo di stare ai margini della società civile". Il Corriere della Sera, La Stampa e L'Unità si affrettano a celebrare l'evento, guardandosi bene, mentre ripropongono lo Sciascia comunista, dal menzionare i "peccati" e le "frequentazioni" radicali (deputato radicale dal 1979 al 1983 ed eletto al Parlamento Europeo sempre nel 1979) dell'ormai "riabilitato" scrittore siciliano, offrendo un'immagine totalmente travisata dello Sciascia politico.
Constatiamo che, secondo un copione tanto triste quanto scontato, sta per accadere per Sciascia quanto è già avvenuto per Elio Vittorini, per Pier Paolo Pasolini, e perfino per Ignazio Silone: sono proprio gli "inquisitori" di ieri a provvedere, nell'oggi, alla "riabilitazione" dell'"eretico". Dopo aver infierito in vita sul corpo dell'"eretico", lo si sfregia "alla memoria" nell'immagine, se ne stravolge il messaggio, se ne amputano le parti sgradite o sgradevoli: si ricostruisce un'identità consona alle esigenze attuali della propria fazione, e si cerca di riconsegnarlo alla Storia del tutto "altro" rispetto a ciò che l'"eretico" aveva saputo e voluto essere.
Scriveva Sciascia che, per la salvaguardia del nostro patrimonio artistico ed ambientale, l'"incuria" è stata forse più utile di certe forme di "cura". Ecco, per Sciascia può forse valere lo stesso principio: meno "commemorazioni", più silenzio, e, se non è proprio impossibile, un po' di rispetto.