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Notizie lista Pannella
Partito Radicale Rinascimento - 9 marzo 1999
Da "Il Giornale" del 9 marzo 1999 pagina 9
Di Marco Ventura

I RADICALI SONO DIVISI FRA QUIRINALE E RIVOLUZIONE

La Bonino e gli ex della prima ora non convincono Pannella. Negri: non perdiamo questa occasione

Radicali si nasce, non si diventa. E mai sono stati così combattuti, i radicali. Da un lato la meta più alta, con la Bonino al Quirinale. Dall'altro la più ambiziosa: Pannella alla guida della rivoluzione liberale. "E' un'identità che non si perde, che si ha nel sangue", dice l'ex segretario del Partito radicale, Giovanni Negri. Si trovava l'altro giorno all'assemblea dei Mille che avrebbe dovuto lanciare "l'assalto al regime" nel nome della "rivoluzione liberale" e degli "Stati Uniti d'Europa". S'è presentato in ritardo, con la figlia Giulia, e qualcuno dei vecchi compagni gli ha fatto spazio nelle prime file perché ascoltasse il "breve" intervento del suo ex mentore, Marco Pannella. Due ore e un quarto nelle quali Pannella ha lanciato le sue invettive da extraparlamentare superstite della politica italiana. Le critiche al nuovo partito radicale contenute in una "lettera al direttore" di Massimo Teodori, altro ex radicale storico, sul Foglio di Giuliano Ferrara, erano già state bollate come "cazzate" dal ne

o-coordinatore Marco Cappato, ventisettenne catapultato da New York a Roma alla testa dei cosiddetti "talebani" di Torre Argentina, che mandano avanti ogni giorno la complessa macchina transnazionale.

Pannella prende per i fondelli Teodori definendolo scienziato, storico e pensatore di livello eccelso. Ma gli riversa addosso tutto il passato delle lotte che senza il leader, senza Pannella, non avrebbero avuto lo stesso sapore, l'estremismo non-violento e la geniale preveggenza che hanno avuto. Il peso di Marco. "Massiccio", l'aveva definito Teodori. Un macigno al quale Negri si è sottratto, e con lui, via via, altri. Adesso questo peso grava su Emma Bonino, antica compagna di lotta, una delle poche di cui s'era sempre detto che la sua crescita e il suo prestigio internazionale non avrebbero minato la bellezza dell'amicizia con Marco. Pannella legge una lettera della Bonino in cui dice che vorrebbe chiudersi in un armadio e restarci per sempre. E invece.

"Finalmente l'uomo giusto", recita lo slogan del comitato "Emma for President" escogitato da Negri. "Una trovatina", la bolla Teodori sul Foglio. Ma su quella "trovatina" s'è discusso, più che dal palco, nella platea e nei corridoi dell'Hotel Ergife, per tre giorni. Anche perché la candidatura della Bonino al Quirinale, e l'eventualità di formare liste con Mario Segni per le europee, rappresentano il tentativo di mettere a frutto un capitale di prestigio che nei prossimi mesi rischia invece di essere dilapidato. Già. Se la Bonino perderà insieme la poltrona europea (che lei ha saputo interpretare in modo opposto a come si intende da noi una "poltrona") e poi anche la corsa alla presidenza della Repubblica, e intanto sarà messa da Pannella di fronte all'improba scelta tra la militanza di partito e l'impegno come donna delle istituzioni, allora sì che ai radicali non resterà che l'assalto al regime. All'ultimo sangue e all'ultimo uomo. Pannella, ovviamente.

C'è chi ha provato a passare dall'assalto al salto nel "regime". Ed è la pattuglia liberale di Forza Italia: i Marco Taradash (anti-proibizionista già a Radio Radicale) e i Peppino Calderisi (l'ingegnere dei referendum), contro i quali Pannella non manca di tuonare anche all'Ergife: "Sono più stupidi di Berlusconi". L'odio verso il Cavaliere si unisce a quello verso i propri figli che lo hanno lasciato, o che lui, col peso del suo 'cupio dissolvi', ha lasciato andar via. Negli ultimi tempi, il leader radicale sta assumendo toni apocalittici che in qualche caso gli fanno rimettere in discussione anche l'apologia della nonviolenza. Chiama alle armi, Pannella.

Giovanni Negri ascolta. A lui è stato detto che non era il caso che intervenisse dal palco, gli è stato permesso di parlare solo quando ha minacciato di abbandonare al suo destino il comitato per Emma. Ammette, Negri, che i rapporti con la struttura dirigenziale del PR sono "tesi, molto tesi". C'è, forse, un eccesso di idee, di vitalità, che rischia di far deflagrare la galassia (e l'impresa anche economica) radicale. L'annuncio della vendita delle aziende collegate al partito, trionfalmente accolta all'Ergife sarà messa alla prova a partire dagli inizi di aprile. Anche dentro il partito.

Costano, le "giuste" battaglie radicali. Ieri per i diritti civili oggi per la rivolta fiscale. Le battaglie sono giuste, sono quelle di sempre. Ma il futuro è sempre più incerto. C'è uno scontro generazionale. Pannella si appoggia ai giovani, anzi giovanissimi, a Cappato che nella sua replica attacca persino Antonio Martino, l'accusa di scambiare "opportunità con opportunismo", e insinua che degli ex radicali vogliano inventarsi le liste europee con la Bonino per cercarsi una poltrona. Negri non ci sta medita di abbandonare anche il comitato per Emma.

Adele Faccio, quasi una "madrina" della Bonino ci mette del suo dicendo della candidatura di Emma: "spero che sia l'ultima provocazione, una battuta", perché "non basta una laurea in lettere per far politica sul serio". Ma anche la faccio è ormai fuori del partito.

Pannella e il suo PR saranno sempre così: prendere o lasciare.

 
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