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Partito Radicale Rinascimento - 15 marzo 1999
IL SEGUENTE INTERVENTO DI MARCO PANNELLA VERRA' PUBBLICATO DOMANI SU 'IL FOGLIO' (preghiera di citare la fonte, grazie).

Roma, 15 marzo 1999

CIAMPI: MASSONE NO; (QUINDI) CANDIDATO SI.

Il Ministro Ciampi ha fatto benissimo a subito dare - da Bruxelles - la sua smentita così, troncando il volo di corvi già levatosi sul presunto cadavere dalla sua candidatura a Presidente della Repubblica Italiana.

Attribuire a Carlo Azeglio Ciampi fedeltà o complicità occulte men che limpide, la dice piuttosto lunga sullo stato e sulla forma mentale di chi lo fa. Ciampi è ed è stato per tutta la sua vita, professionale e civile, convintamente leale al potere, al regime, quale 'gran commis d'Etat' italiano. Omaggio - per la verità - che non pochi meriterebbero sia per il periodo dell'Italia fascista sia per quello dell'Italia 'antifascista', erede dell'altra.

La Banca d'Italia, in convergenza con le cosiddette 'finanza laica' e 'finanza cattolica' , ha in tutti questi decenni assicurato il proprio contributo al regime partitocratico, neocorporativista e solidarista, ai suoi interessi strutturalmente anticostituzionali e non democratici. Enormi sono le sue responsabilità sulla patologica funzione di regime, del sistema creditizio e sul formarsi di quell'enorme debito pubblico che grava come una maledizione sulle qualità della vita delle nuove generazioni e sul destino del nostro paese. La partitocrazia, tangentopoli, hanno trovato, dalla fine della gestione Menichella all'inizio della gestione Fazio, un pieno 'concorso esterno', la complicità assoluta della Banca d'Italia.

Divenuto poi 'politico', Ciampi ha rappresentato l'ultima edizione della specie degli 'indipendenti di sinistra' omogenei alla sinistra partitocratica e sindacatocratica, clericale e comunista; culturalmente e praticamente subalterni a questo potere, al potere tout cour, senza più nessuna traccia della sua breve stagione azionista. Così come Scalfaro si è rivelato l'ultimo 'grande vecchio' democratico-cristiano; apogeo sul Quirinale del regime antidegasperiano e antisturziano, antiliberale che ci domina ancora.

La smentita di Ciampi è importante per un altro motivo. Essa ha il sapore di una accettazione della candidatura a Presidente della Repubblica. Ciampi - dunque - non è massone; ma candidato si. Ritiene - cioè - necessario, opportuno, protrarre ancora il suo servizio, per il settennato successivo al suo ottantesimo compleanno.

Rispetto a tanti altri, lo merita appieno. Ma il paese, gli italiani, necessitano, hanno diritto, finalmente, ad altro che a un 'grand commis' dell'actuel régime; almeno al Quirinale.

 
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