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Partito Radicale Rinascimento - 26 marzo 1999
ORDINE DEI GIORNALISTI: FONDATA, PER IL PRETORE DI LIVORNO, L'ECCEZIONE DI COSTITUZIONALITA' SOLLEVATA DAI RADICALI.

Roma, 26 marzo 1999

Il pretore di Livorno, Paola Belsito, ha ritenuto "rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale" sollevata dagli avvocati dei radicali in occasione del processo ad Alessandra Impallazzo che nel 1996, aderendo ad un'iniziativa di disobbedienza civile che aveva coinvolto decine di militanti in tutta Italia, aveva diffuso il giornale clandestino "Risorgimento Liberale" non registrato presso il Tribunale perché il direttore responsabile che lo aveva firmato non era iscritto all'Ordine dei Giornalisti.

Il Pretore Paola Belsito ha accolto i rilievi dell'avvocato Flavia Urcioli, dello Studio Caiazza, che il 7 Dicembre dello scorso anno aveva sollevato eccezione di costituzionalità della legislazione sulla stampa per contrasto con gli articoli 3 (uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge) e 21 (libertà di espressione e di stampa) della Costituzione, rilevando altresì il contrasto della normativa sulla stampa anche con gli articoli 4 (diritto al lavoro) e 18 (libertà di associazione) della Costituzione.

"Il quadro delineato (la sentenza è scritta in 5 pagine) consente di ritenere - queste le conclusioni del Pretore Paola Belsito - non manifestamente infondata la questione sollevata dell'illegittimità costituzionale del combinato disposto degli art. 663 bis c.p., 5 c 2 n. 3 della legge 47 del 1948 e 45 della legge 69 del 1963, costituendo quest'ultimo un limite al libero esercizio del diritto al lavoro, a non associarsi liberamente ma solo per libera scelta, all'espressione del proprio pensiero con l'uso dello scritto, limitazione quest'ultima che non ricorre in relazione ad altre forme del diritto sancito dall'art. 21 della Costituzione."

Abbiamo finalmente trovato un giudice - hanno dichiarato Rita Bernardini e Marco Cappato - che ha onorato la Costituzione Italiana. Una legislazione anacronistica, oltre che anticostituzionale, è finalmente messa in discussione come aveva fatto il 65,5% degli italiani che votarono il referendum del 1997 e come ha fatto - con pubbliche dichiarazioni, successive però al voto referendario che non raggiunse il quorum - il Presidente del Consiglio Massimo D'Alema.

Per quanto ci riguarda, altri processi, analoghi a quello di Livorno, attendono i militanti dell'area radicale: a Firenze, il 19 maggio (imputati: Vincenzo Donvito, Carlo Serafini, Giancarlo Scheggi, Roberto Rogai e Valerio Giannellini) e a Roma, il 14 aprile 2000 (!!!) (imputati: Angiolo Bandinelli e Rita Bernardini). Cosa faranno i giudici della Consulta? Saranno di nuovo ossequienti alla corporazione dei giornalisti contro i diritti dei cittadini? L'Italia dovrà continuare ad essere l'unico paese in Europa e uno dei pochi al mondo ad avere un "ordine dei giornalisti"? Staremo a vedere, pronti a scommettere, intanto, che questa notizia sarà censurata da tutti i mezzi di informazione.

 
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