Roma, 19 maggio 1999
Dichiarazione di Benedetto Della Vedova:
"L'Intervento del direttore generale di Confindustria sul cancro statalista dell'economia e della società italiana, pubblicato oggi dal Sole24Ore, è largamente condivisibile nei suoi termini generali. Sarebbe perfetto se suonasse come l'inizio di una radicale autocritica sull'atteggiamento consociativo e perfettamente integrato con le logiche e le azioni del potere partitocratico e "concertativo" che in questi decenni ha deliberatamente impedito l'affermazione della libertà economica e dei meccanismi concorrenziali e di mercato in Italia. E, soprattutto, se determinasse per il futuro comportamenti conseguenti.
I radicali italiani stanno cercando da anni di produrre concretamente proprio quelle riforme liberali che Confindustria auspica: sulle liberalizzazioni, sulle privatizzazioni, sulla sanità e sul mercato del lavoro. Lo fanno nella convinzione che le forze sociali ed economiche vitali del paese abbiano maggiore consapevolezza della urgente necessità di rivoluzione liberale che non le oligarchie dominanti dei partiti, del sindacato e della grande industria pubblica e privata. Per questo abbiamo individuato una serie di riforme puntuali da conquistare subito con i referendum. Su questo, però, Confindustria ha fatto mancare il suo appoggio, che pure ha più volte e ufficialmente assicurato ad iniziative referendarie sui temi elettorali.
Comunque se son rose fioriranno, e i - pochi - liberisti che come noi si battono da anni contro lo statalismo assistenziale e i milioni di piccoli imprenditori e disoccupati che chiedono più libertà economica e meno Stato, potranno contare sulla principale organizzazione imprenditoriale italiana. Altrimenti, si tratterà di un semplice esercizio accademico, inutile, se non dannoso, al fine di produrre i cambiamenti auspicati."