Dichiarazione di Marco Pannella:
Roma, 26 maggio 1999
"Il voto di oggi alla Camera regala agli italiani un testo sulla fecondazione assistita che ripercorre la logica di ipocrisia e di enunciati etici della legge sull'aborto. Allora ci battemmo per la libertà e la responsabilità delle donne, oggi siamo pronti a batterci contro una legge liberticida che nega agli individui l'autodeterminazione affidando ad un "magistrato degli embrioni" le loro scelte procreative, che considera i cittadini come dei minori che devono essere posti sotto tutela attraverso norme inquisitorie nei riguardi di uno degli ambiti piu' privati della vita, e che discrimina i single e gli omosessuali sostituendo gli individui con le "coppie" secondo le migliori tradizioni totalitarie.
Questa legge prevede la proibizione di tutto quello che è possibile proibire, ed espropria i cittadini dei loro diritti, consegnandoli al turismo riproduttivo oppure alla clandestinità, come succedeva per l'aborto, ed alla criminalità correlata.
Non ultimo, il Testo Unificato riapre un anacronistico conflitto tra strutture sanitarie pubbliche e private, ispirandosi al principio dello Stato etico. Dopo l'aborto di Stato, dovremo fare i conti con la fecondazione di Stato, che relega l'Italia in un ghetto clericale ed antieuropeo.
Se nel Palazzo prevarrà, in occasione di una eventuale riapertura del dibattito sull'aborto, il fronte proibizionista ed illiberale, noi radicali saremo, come al solito, coi cittadini sui marciapiedi per difendere le libertà individuali e tradurle in diritti civili. Da radicali, liberali, libertari ed antiproibizionisti, ancora una volta, mettiamo al servizio dei cittadini tutti gli strumenti di iniziativa politica di cui siamo capaci, nel convincimento che essi non siano sudditi e che siano invece gli agenti di un'autentica rivoluzione liberale e libertaria".