Ergife, 15 giugnoRIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO: LA FLESSIBILITA.
I provvedimenti necessari li conoscono, ormai, tutti, a destra come a sinistra.
Ne abbiamo individuati quattro essenziali:
piena liberalizzazione dei contratti a tempo determinato e a tempo parziale (part-time), che oggi sono una eccezione. Sulla strada, quindi, già percorsa con successo da Spagna ed Olanda;
liberalizzazione dei contratti di lavoro a domicilio, per sfruttare da subito e senza vincoli le potenzialità del telelavoro;
abolizione dell'art.18 dello Statuto dei Lavoratori che, sostanzialmente, vieta i licenziamenti nelle imprese sopra i quindici dipendenti (che sono piccole imprese). Sulla necessità di superare questo vincolo che scoraggia le assunzioni e frena la crescita dimensionale delle imprese si sono già espressi sia D'Alema che il neo Ministro dell'Economia Amato: lo hanno fatto troppo timidamente. La questione va posta con forza, anche aprendo lo scontro con il sindacato.
Sempre sul lavoro, la riforma del collocamento imposta dalla Corte europea è miseramente fallita a causa di una serie di vincoli assurdi che hanno impedito al collocamento privato di decollare. Bisogna intervenire per ottenere una piena liberalizzazione del collocamento privato, cancellando trucchi ed ipocrisie.
FISCO PREVIDENZA E SANITA'
Sulla previdenza, dopo tante parole e mille analisi convergenti sulla necessità che l'Italia riveda al ribasso la spesa previdenziale -anche se i conti rispettassero le previsioni la nostra spesa pensionistica resterebbe al 15% del Pil: troppo - si deve avere il coraggio di passare ai fatti. Ad esempio accelerando la messa a regime della riforma Dini, abolendo da subito le pensioni di anzianità elevando a 57 anni di età o 40 anni di contributi i requisiti minimi per la pensione. Si può.
Per quanto riguarda la sanità chiediamo di rompere il tabù del monopolio pubblico dell'assicurazione sanitaria. Fermo restando l'obbligo dell'assicurazione sanitaria, è possibile aprire una concorrenza tra più "assicurazioni" sanitarie, private e pubbliche. Questa scelta aprirebbe spazi reali di concorrenza e di ricerca di efficienza nel settore sanitaria. Questo schema di riforma, tra l'altro, potrebbe restare compatibile con l'attuale assetto redistributivo, dal momento che con un meccanismo di vauchers (buoni) si possono garantire a tutti i cittadini le medesime "condizioni tipo" di assistenza sanitaria obbligatoria.
Un altro monopolio inefficiente e insostenibile da rimuovere al più presto è quello della assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. L'antitrust, del resto, ha già messo sotto accusa alcuni aspetti del monopolio Inail.
Sul Fisco proponiamo l'abolizione generalizzata del sostituto di imposta, come mezzo, certo dirompente, per ripristinare una rapporto di chiarezza e di lealtà tra fisco e cittadino. La smilitarizzazione della guardia di finanza - storica battaglia radicale, per altro - va nella direzione di una maggiore professionalizzazione ed autonomia.
FINANZIAMENTI PUBBLICI
Abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, anche nella nuova forma di finti mega-rimborsi elettorali. Nulla da aggiungere, mi pare.
Abolizione del finanziamento pubblico ai patronati, anche in previsione di una legge che lo sta aumentando. Se nell'Italia degli anni quaranta e dell'analfabetismo il patronato aveva un ruolo, oggi il finanziamento ai patronati è una tassa sull'inefficienza dell'Inps e una forma surrettizia di finanziamento ai sindacati, che grazie ad una serie di leggi (come quella sui CAF, centri di assistenza fiscale) continuano ad aumentare i propri finanziamenti pubblici. Per di più senza che nessuno ne sappia nulla.
SISTEMA ELETTORALE
La stessa proposta per l'abolizione della quota proporzionale approvata da 21 milioni di italiani il 18 aprile.
GIUSTIZIA
Responsabilità civile dei magistrati: la legge approvata dopo il referendum Tortora NON ha introdotto la responsabilità civile. Anche questa, quindi, va abolita per affermare la vera e personale responsabilità civile dei magistrati.
Chiediamo la fine del metodo partitocratico e correntizio di elezione del CSM
Gli incarichi extragiudiziari dei magistrati, fonte di scandali e malcostume, vanno aboliti, così come richiesto - oltre che da milioni di italiani nel plebiscitario referendum del '97, reso nullo dal mancato quorum - da più parti e mai fatto per le troppe pressioni e interessi che vi sono.
Vogliamo ridurre - anche questa una battagli antica - i termini della carcerazione preventiva e infine rendere certi anche per i cittadini i tempi della giustizia, abolendo la distinzione tra termini ordinatori e perentori: tutti i tempi devono essere perentori, anche per la magistratura.
Vogliamo assicurare la terzietà del giudice rispetto alle parti attraverso la separazione delle carriere dei magistrati.