Dichiarazione di Marco Pannella:
Roma, 17 giugno 1999
"Da un po' di giorni, e sempre più, da parte di osservatori, commentatori, operatori ci e mi giungono critiche e consigli, non richiesti ma pur sempre benvenuti.
In particolare ci si esercita sulla ormai famigerata proposizione: "Noi siamo opposizione della maggioranza e opposizione dell'opposizione di questa maggioranza." Ci e mi si spiega che l'obiettivo, la posizione devono essere diversi.
Ho fotografato la nostra posizione nell'attuale situazione. Ma mi pare assolutamente evidente che lottiamo per divenire maggioranza, con i nostri obiettivi, i nostri ideali, i nostri progetti. Su di essi, quando avremo definitivamente battuto la disinformatia del regime editoriale audiovisivo e stampato che da decenni si è sempre più aggravata e perfezionata, e il gioco dei bari partitocratici, valutiamo di poter ottenere il consenso, già da oggi, di almeno altre due persone su dieci.
E' l'obiettivo per le prossime elezioni politiche.
Aggiungo che sui famosi referendum confidiamo che si cessi di dire amenità.
"Pochi referendum" equivale a dire: nessun effetto o nessun referendum.
Emma Bonino ha già abbondantemente ripetuto che noi chiediamo al governo, ai partiti, al loro parlamento, alcune misure urgenti, e necessarie, simultanee e convergenti, a pena di non avere effetti consistenti.
Per liberare le imprese italiane, e consentire loro, da subito, contratti temporanei, part-time, a domicilio, interimale, e senza l'onere di mantenere a vita un dipendente, sono necessarie sei misure. Se Governi e partiti non sanno farlo, occorre al popolo sei referendum. Il seguito alla prossima puntata. Grazie."