Roma, 19 giugno 1999
A PROPOSITO DELLA PROCLAMAZIONE DI "FELICITA'" DI PRODI. (CHE, INTANTO, PER UN MINIMO DI STILE, RENDA IL MANDATO RICEVUTO).
di Marco Pannella
"Il Presidente Prodi continua a confermare, testardamente e con pedanteria degna di miglior causa, ora dopo ora, di aver ritenuto, e di ritenere, da oltre un mese e mezzo, del tutto per lui ininteressanti e irrilevanti le opinioni, l'esperienza di Commissaria (in esercizio straordinario, invece che in ordinaria amministrazione, per volontà del Consiglio dei Ministri), informazioni, oltre che le eventuali disponibilità, di Emma Bonino. Ribadisce che solamente indicazioni del Presidente del Consiglio italiano avrebbero potuto indurlo, o potrebbero indurlo, a interpellarla.
E' vero che, secondo i Trattati, egli deve compiere le sue scelte "di concerto" con i Governi interessati e competenti. Ma intanto, ora, sappiamo - grazie alle sue dichiarazioni - che per quanto riguarda la sua iniziativa e le sue competenze, Emma Bonino è come se non fosse mai esistita e non esistesse.
Allora, a questo punto, è bene essere chiari, non democristiani; e leali, fino in fondo, passando, per quanto mi riguarda personalmente e come parlamentare europeo, come esponente politico, come federalista spinelliano (a prescindere dai miei rapporti politici e parlamentari, militanti e personali con Emma Bonino) a fotografare la realtà istituzionale, in questa congiuntura, dell'UE.
1) Come un tempo Altiero Spinelli, sono convinto che il Parlamento Europeo farà il necessario (quanto tardivo, oggi!) salto di qualità istituzionale e rappresentativo il giorno in cui avrà la forza e la dignità di sfiduciare la Commissione, ove lo meriti. Non limitandosi, come nei mesi scorsi, a speculazioni pre-elettorali e ad agguati di basso stampo politicante.
2) Ritengo assai imprudente sottovalutare il fatto che il Consiglio dei Ministri europeo aveva designato l'ex-democristiano divenuto alleato della sinistra Romano Prodi, in presenza di un Parlamento Europeo ben diverso da quello ora eletto cui andrà la responsabilità, per cinque anni, di istituzionalmente e politicamente confrontarsi con la Commissione.
Poco più di un terzo del PE è oggi socialdemocratico. Sarebbe molto opportuno che, spontaneamente, Prodi quindi prendesse lui l'iniziativa, almeno di stile, di rimettere a disposizione del Consiglio il mandato ricevuto, perché gli sia confermato, o revocato.
3) La sostanziale arroganza politica e intellettuale con la quale egli ha trattato e tratta la Commissaria in carica straordinaria Emma Bonino, oggetto di unanimi e assolutamente straordinari riconoscimenti nella grande maggioranza degli Stati membri (e che hanno trovato nelle elezioni del 13 giungo una sorprendente conferma anche in Italia), può legittimamente farci temere non un comportamento "ad hoc", ma che si tratti di un indice di un atteggiamento e di comportamenti di valore assai dubbio per un Presidente di Commissione Europea.
La grave scorrettezza di rendere oggi pubblico la posizione istituzionale
nella "concertazione" (con dovere evidente di riservatezza) con lui del Governo italiano ci sconcerta e allarma.
Ieri avevo dato pubblicamente e reiteratamente atto al Presidente del Consiglio D'Alema della felice, grande correttezza per la quale aveva subito chiarito, nel nostro lungo incontro, che ogni eventuale trattazione del tema "Commissione Europea" si sarebbe svolto in altra occasione fra la Commissaria e il Presidente stesso. Per lo stesso ordine di motivi, che abbia in proposito detto il vero o il falso il Presidente Prodi mi sembra abbia detto quanto meno l'indebito.
5) Il Presidente Prodi si è precipitato a dichiarare subito di esser "felice" della possibilità che Emma Bonino venga designata - e che accetti la designazione - all'importante incarico ONU del quale scrivono oggi i giornali. Penso che egli continui così a rifornire chiunque abbia un minimo senso di humor, qualsiasi vignettista che ne venga a conoscenza, di ottime occasioni di ilarità, in un'Italia che mi auguro ben diversa da quella che obbediva al divieto di regime di ridere dinanzi a stentoree dichiarazioni dei tavoli spiritici fatte al Presidente Prodi, mutando per un attimo, una tragedia in atto in indimenticata farsa."