PANNELLA: UNA VICENDA CHE STA DIVENENDO GROTTESCA E INCONFESSABILE: SI DICA PERCHÉ EMMA BONINO POTREBBE ANDAR BENE OVUNQUE MA NON DOV'E, DA DOVE INVECE L'ITALIA DOVREBBE CACCIARLA. LE SI CONSENTA DI SCEGLIERE, COME HA GIA FATTO FRA IL GOVERNO E LA COMMISSIONE, FRA L'INCARICO ONU E LA STESSA COMMISSIONE. INVECE DI SCACCIARLA SENZA OSARE DIRE IL PERCHÉ.
Roma, 25 giugno 1999
"Dopo un anno di impegno spesso massacrante, Emma Bonino si sta concedendo pochissimi giorni di assoluto riposo. La sua decisione di restare disponibile per l'impegno di Commissaria Europea (a meno che non glielo si chieda, che glielo si neghi) è assolutamente chiara, limpida, coerente.
Ma quel che sta accadendo in Italia, è davvero incredibile, e da ogni parte d'Europa ci si chiede se questo sia davvero possibile. Tutte le notizie di stampa e le dichiarazioni anche ufficiose confermano che il Presidente designato della Commissione sta tentando di chiudere con le varie capitali e le varie forze politiche l'elenco dei futuri Commissari. Egli sostiene che della Bonino non ha mai sentito parlare né dal Governo italiano, né da altri; e che quindi non ha nemmeno il motivo di incontrarla. Intanto, nelle ultime ore, dall'on. Occhetto all'on. Gianfranco Fini, dagli onn. Del Turco e Pellegrino agli onn. Martino e Tremonti, da Mauro Paissan e buona parte dei parlamentari verdi alla sen. Ersilia Salvato e al sen. Francesco D'Onofrio, un nuovo plebiscito pubblico sorge spontaneo anche dal mondo politico affinché quanto appare opportuno, giusto, utile, venga finalmente acquisito. Non si capisce, allora, dove sia il problema; e perché non sia stato comunque travolto, al suo sorgere, dalla situazione ogge
ttiva.
Noi ci rifiutiamo di credere, malgrado tutto, che il Presidente Romano Prodi possa anteporre ai suoi doveri istituzionali suoi privati sentimenti o risentimenti, o poveri e illegittimi motivi di politica interna italiana.
Emma Bonino è stata chiara. Sarebbe offensivo e indegno ritenere che essa sia alla ricerca di una poltrona, di un posto, e non ancora una volta disponibile a offrire un servizio ai suoi propri ideali, al suo Paese, agli obiettivi europei e umani che sono i suoi e nostri. Se la si vuole cacciare da Bruxelles, si dica finalmente perché.
L'opinione pubblica ha diritto almeno di saperlo.
O si rimetta a lei, di nuovo, la scelta fra la Commissione e, come ieri il Governo, oggi l'incarico ONU per il Kosovo. Altrimenti la patente buona volontà del Presidente del Consiglio, sincera e coerente, finirebbe per divenire solamente la copertura di una realtà disdicevole e inconfessabile. Non lo merita né lui, né - certamente - lo meritano Emma Bonino e l'opinione pubblica italiana".