Roma, 8 luglio 1999
PANNELLA: TRANNE, TIMIDAMENTE, "REPUBBLICA" GLI STRUZZI NAZIONALI DEL GIORNALISMO ITALIANO, NON SI ACCORGONO DI UNA GHIOTTA "NOTIZIOLA" SICURAMENTE "GIORNALISTICA": UNO SCENARIO PIU' CHE POSSIBILE, IN CASO DI ELEZIONE DIRETTA DEL CAPO DELLO STATO, VEDREBBE UN CONFRONTO, PER ORA ALLA PARI, TRA EMMA BONINO E SILVIO BERLUSCONI.
"Per una settimana ci siamo affannati ad avvertire quanti avessero voglia di ascoltarci e non di affondare velocemente la testa nella sabbia che, dopo le elezioni europee, e con la campagna estiva per i 20 referendum liberali e liberisti, la politica italiana si trova dinanzi a nuovi scenari, se si tiene conto della concretezza dei dati politici ed elettorali. A tal proposito è al solito davvero molto interessante lo studio di
"Ilvo Diamanti" pubblicato oggi su "Il Sole 24 Ore". Ma andiamo oltre.
Una simulazione demoscopica dovuta a Datamedia di Luigi Crespi e a "Parlamento In" di Piero Vigorelli, in uno scontro elettorale per l'eventuale elezione diretta del Capo dello Stato, dà Silvio Berlusconi vincente su Massimo D'Alema con oltre il 2%. Mentre nell'ipotesi, sempre meno improbabile per una società che tenta di divenire liberale, oggi di uno scontro tra Silvio Berlusconi e Emma Bonino li vede uniti e contrapposti, entrambi al 50%.
Invece di aver previsto fra le ipotesi possibili anche questo, malgrado le nostre quotidiane sollecitazioni, i grandi quotidiani nazionali, più che mai guidati nella palude conformista dal quotidiano di Cesare Romiti, risolvono il problema perfino censurando la notizia.
Potevano almeno spiegarci, a suon di colonne di piombo, che si tratta di "fuochi di paglia", di piccoli incendi dolosi estivi che non fanno più storia. Il vizio è quello solito: quel che non hanno pre-visto, o meglio, voluto pre-vedere, deve continuare a non esistere anche quando ha preso forma.
La verità è che Giorgio Fossa, Silvio Berlusconi, Cesare Romiti, al pari del trio Cofferati, D'Antoni, Larizza, e l'Ulivo tutto, dinanzi alla grande alternativa liberista e libertaria che prende corpo, con i loro amanuensi e i loro "dottori", si chiudono a riccio. Alla fine, se proprio ci tengono, tanto meglio! Cadranno, insieme ben più fragorosamente di quando fu il turno del Caf. Insieme anche a quel partito dei giudici che divenne, dopo il lavoro iniziale di Di Pietro, il supremo killer di regime contro il diritto e le libertà di una parte nel nostro paese."