Roma, 26 luglio 1999
"Dinanzi al comportamento della maggioranza della Commissione Parlamentare di Vigilanza, dinanzi al persistere del comportamento istigatore della magistratura italiana in tema di legalità della informazione del servizio pubblico, dinanzi al fatto che, ai dati che abbiamo loro fornito, i parlamentari reagiscono, per la ennesima volta facendo finta di ignorarli perché prosegua una delle più ignobili realtà del regime partitocratico, non resta che tradurre in tutte le lingue europee la documentazione che abbiamo posto a loro conoscenza e farla conoscere perché ci si renda conto di quanto la peste fascista, clericale e comunista, continui dall'Italia a proporre situazioni indegne di un paese civile.
D'altra parte la Commissione Parlamentare di Vigilanza, della quale per lustri interi ho fatto personalmente parte, è stata ed è storicamente addetta alla vigilanza paritocratica contro il rispetto delle leggi e della democrazia. E' stata attivamente, storicamente, strumento di un furto pluriaggravato di verità e di legalità.
Facciano le loro conferenze stampa ma il loro posto è lo stesso che la storia ha riservato a coloro che hanno abitato i più indegni luoghi della dittatura fascista in Italia".