Roma, 29 luglio 1999 - Tra astruse questioni procedurali, aperti atteggiamenti ostruzionistici, minacce al Presidente e patenti falsificazioni della realtà, la maggioranza è dunque riuscita ad ottenere ciò che aveva lungamente cercato: la paralisi dei lavori della Commissione prima, e il nulla di fatto poi. Si tornerà a discutere di tutto a settembre, quando il tentativo sarà quello di presentare il conto a Storace, colpevole di non essere omogeneo alle tradizioni di regime di una Commissione impegnata da lustri a custodire - e sempre più spesso a secondare e a istigare- il permanente attentato ai diritti civili e politici dei cittadini perpetrato dalla Rai-tv.

Ma c'è un altro risultato prodotto dai comportamenti sostanzialmente neofascisti dei commissari di maggioranza. In questi giorni non si è discusso neppure per un minuto dello scandalo rappresentato dalle cifre del dossier che abbiamo consegnato alla Vigilanza lunedì 26: lo scandalo di una Rai che, dopo decenni di ostracismo nei confronti del movimento radicale, da una parte continua a non fornire adeguata informazione sui temi che sono oggetto della campagna referendaria - e che, soprattutto, sono sempre più al centro del dibattito politico -, e dall'altra prosegue nella sua scientifica azione di occultamento delle novità normative ed interpretative recentemente intervenute in materia referendaria.

Di quelle cifre e di quel dossier, comunque, si occuperà l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, che, a seguito del nostro esposto del 22 luglio scorso, ha deciso di aprire un procedimento contro la Rai proprio per il mancato rispetto delle delibere della Vigilanza del febbraio '97, del novembre'97 e del marzo '98. Vedremo presto se l'Authority saprà assolvere al compito cui la Vigilanza si è oggi, come da lustri, sottratta: restaurare il primato della legge, contro violenze e soprusi.