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Partito Radicale Rinascimento - 31 luglio 1999
EMMA BONINO: "SIAMO UN PARTITO DI GOVERNO"

Roma, 31 luglio 1999

I radicali si candidano a governare per realizzare la "rivoluzione liberale" auspicata dai venti referendum per i quali é in corso in tutta Italia la raccolta delle firme. Questo il tema conduttore della relazione di Emma Bonino al quinto congresso italiano del Partito radicale transnazionale aperto oggi a Roma.

"Nessuno piu', nella nostra classe dirigente" ha detto Emma Bonino, "esprime dubbi sul fatto che l'Italia debba avviare una rivoluzione liberale. Ormai non é piu' in discussione se una svolta liberista sia giusta e urgente, é in discussione solo chi saprà realizzarla, in quanto tempo, insieme a chi e contro chi".

Per realizzare questo cambiamento che tutti invocano, ha sostenuto la leader radicale, ci vogliono i referendum radicali e ci vogliono forze politiche disposte a fare quello che gli americani chiamano il dirty job, forze disposte a sporcarsi le mani e capaci di farlo. "Qualcuno che, come noi radicali, sia pronto a rischiare: considerando il rischio non già un aspetto sgradevole della politica ma come una sua componente necessaria e stimolante".

"Noi siamo un partito di governo, non tanto per la dimensione del consenso elettorale che abbiamo raccolto quanto per la crescente sintonia con una maggioranza del paese. Siamo l'unico partito che ha la chiarezza ideale, il consenso e la capacità politica indispensabili per raccogliere le forze necessarie a governare la transizione".

Con quali forze politiche pensano di collaborare i radicali ? "Restiamo disponibili ad alleanze con chiunque condivide i nostri obiettivi" ha detto Bonino, "ma prendiamo atto che fino ad oggi né il Polo né il centrosinistra, e nemmeno i partiti che dei due schieramenti fanno parte sembrano disponibili ad una grande, decisiva battaglia politica e sociale".

Emma Bonino, che si é rammaricata per l'assenza parallela al congresso di D'Alema e Berlusconi, ha riservato l'ultima parte del suo intervento ai temi dell'Europa, cui ha dedicato - da commissaria europea - gli ultimi anni di attività politica e istituzionale. Dopo un accenno critico al presidente designato della nuova Commissione europea, Romano Prodi, "perché non ha ancora fatto sapere quale sia la sua visione dell'Europa", Emma Bonino ha chiuso prendendo a modello Jean Monnet, uno dei padri della comunità europea. A chi gli chiedeva se era ottimista o pessimista, Monnet amava rispondere che lui era "semplicemente determinato".

 
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