v congresso italiano del partito radicale transnazionaleRoma, Hotel Ergife 1 agosto 1999
Roma, 1 agosto 1999
DOCUMENTO CONCLUSIVO
DEL V CONGRESSO ITALIANO DEL
PARTITO RADICALE TRANSNAZIONALE
Il V Congresso italiano del Partito Radicale Transnazionale saluta e ringrazia gli oltre 259.000 cittadine e cittadini che nei tre "Referendum Days" del 28, 29, 30 luglio hanno assicurato nel complesso oltre cinque milioni di sottoscrizioni ai 20 quesiti referendari liberali e liberisti per la Rivoluzione liberale e per gli Stati Uniti d'Europa. Questo evento civile assolutamente senza precedenti conferma che la democrazia e i referendum logorano coloro che non li rispettano e praticano, e che la nobiltà della politica è ricercata, attesa e premiata dalla nuova società italiana che ha rischiato, e rischia ancora, di essere travolta e schiacciata dalle macerie storiche, civili, culturali, sociali, economiche dello Stato partitocratico, del regime oligarchico.
La ressa, le code di cittadini attorno ai banchetti radicali referendari, la sottoscrizione massiccia di tutte le 20 proposte sono segno della condivisione di un progetto e di fiducia in chi lo propone. Ad altre centinaia di migliaia di persone è stata preclusa la possibilità di aggiungersi a quanti hanno in questi tre giorni votato, firmando, per la tenuta dei referendum entro la primavera del 2000. Ad impedirglielo è stato un sistema che - al di là delle volontà ostruzionistiche e antidemocratiche di tanta parte della sua classe dirigente - è esso stesso ostacolo e ostruzione contro il cammino di diritto e di libertà, contro ogni pratica di democrazia.
Il paese, in poche decine di settimane, ha auspicato ad enorme maggioranza l'elezione a Presidente della Repubblica di Emma Bonino, da quasi un quarto di secolo militante leader radicale; ha decretato un successo elettorale che ha rappresentato il solo, grande fatto nuovo nella vita politica di questi anni; sostiene l'iniziativa referendaria radicale volta a riformare l'Italia ed a governarla nella libertà e nella giustizia.
Ma viene ora il più difficile: la raccolta e la presentazione alla Corte di Cassazione di altre 7 milioni di sottoscrizioni. Per raggiungere in poco più di 7 settimane, com'è necessario, questo risultato, occorre una mobilitazione straordinaria di energie e di risorse umane, politiche, finanziarie. Il V Congresso approva, a tal fine, l'appello e la proposta di Paolo Vigevano di un grande prestito nazionale, a concorrenza di 20 miliardi, con quote non inferiori a 10 milioni ciascuna, da raccogliersi fornendo a garanzia di prestiti senza lucro parte del capitale del Centro di Produzione, editore di Radio Radicale.
Il V Congresso del PRT rivolge un plauso e un ringraziamento all'immensa maggioranza degli elettori e dei sostenitori del Polo delle libertà, che manifestano la loro entusiastica condivisione del progetto di libertà e di liberazione dei 20 referendum, così come a tantissimi sostenitori dell'Ulivo che, in questo, con loro concordano, o convergono.
Il V Congresso italiano dei radicali afferma che nessuno dei due schieramenti attuali costituisce ancora oggi una garanzia di grande riforma liberale, liberista, libertaria, federalista della società politica e dello Stato italiani.
Per l'essenziale i vertici dei due schieramenti perseguono, con ruoli diversi, la stessa politica trasformistica e conservatrice, settaria e demagogica, ugualmente importante.
Oggi ci è impossibile prevedere uno schieramento comune con la Destra del sistema bipolare; così come con la sua Sinistra, poiché troppo spesso combattere insieme a Berlusconi significa farlo anche con la Sinistra di Massimo D'Alema, e, insieme a D'Alema, con la Destra, di Silvio Berlusconi. La Sinistra al Governo, questa Sinistra, è oggi al potere, impotente e illiberale; alla Destra viene riservato il ruolo di opposizione, ma di una opposizione conservatrice e complice, altrettanto impotente, ancor più demagogica, se non altrettanto illiberale. Questa Destra sta divenendo anch'essa pericolosamente di potere, conservatrice e non riformatrice, non riformatrice e antipartitocratica come esigono i suoi elettori.
I radicali italiani da anni hanno chiesto e sempre più chiedono un'alternativa al regime e non un'alternanza nel regime; chiedono concrete e immediate riforme che rivoluzionino, liberandoli, il diritto d'impresa e il diritto al lavoro perché tali riforme sono ormai vitalmente necessarie alle libertà e alla giustizia, allo Stato italiano.
La Destra ha urgentemente bisogno di riformare in senso liberale, e non più controriformare in senso democristiano, anche se stessa. Lo faccia, e saremo certamente alleati.
Per intanto i nostri compagni di lotta e di speranza sono quanti in nome della libertà e della liberazione, della democrazia e della alternativa sono impegnati per i 20 referendum liberali e liberisti; lo sono, indipendentemente dalle loro organizzazioni di appartenenza. Con loro noi vogliamo essere anche alleati, uniti nei referendum e nelle elezioni politiche.
Se sarà necessario organizzarsi insieme, così come con le forze sociali del terzo Stato, dei produttori, ci accingeremo ben presto a farlo. Unirsi, allearsi per produrre il passato, non vale certo la pena e non siamo, comunque, disposti a farlo.
Per concepire e far vivere la Rivoluzione liberale, certamente, e da subito, sì.
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