Roma, 2 agosto 1999
A tutti gli esponenti politici che da destra e da sinistra oggi si sono affannati a fare dichiarazioni sul congresso radicale e sulle affermazioni che lì sono state fatte, a loro voglio rendere un servizio di conoscenza ricordando che la mozione approvata dal V Congresso Radicale recita:
"Oggi ci è impossibile prevedere uno schieramento comune con la Destra del sistema bipolare; così come con la sua Sinistra, poiché troppo spesso combattere insieme a Berlusconi significa farlo anche con la Sinistra di Massimo D'Alema, e, insieme a D'Alema, con la Destra, di Silvio Berlusconi. La Sinistra al Governo, questa Sinistra, è oggi al potere, impotente e illiberale; alla Destra viene riservato il ruolo di opposizione, ma di una opposizione conservatrice e complice, altrettanto impotente, ancor più demagogica, se non altrettanto illiberale. Questa Destra sta divenendo anch'essa pericolosamente di potere, conservatrice e non riformatrice, non riformatrice e antipartitocratica come esigono i suoi elettori.
I radicali italiani da anni hanno chiesto e sempre più chiedono un'alternativa al regime e non un'alternanza nel regime; chiedono concrete e immediate riforme che rivoluzionino, liberandoli, il diritto d'impresa e il diritto al lavoro perché tali riforme sono ormai vitalmente necessarie alle libertà e alla giustizia, allo Stato italiano.
La Destra ha urgentemente bisogno di riformare in senso liberale, e non più controriformare in senso democristiano, anche se stessa. Lo faccia, e saremo certamente alleati.
Per intanto i nostri compagni di lotta e di speranza sono quanti in nome della libertà e della liberazione, della democrazia e della alternativa sono impegnati per i 20 referendum liberali e liberisti; lo sono, indipendentemente dalle loro organizzazioni di appartenenza. Con loro noi vogliamo essere anche alleati, uniti nei referendum e nelle elezioni politiche.
Se sarà necessario organizzarsi insieme, così come con le forze sociali del terzo Stato, dei produttori, ci accingeremo ben presto a farlo. Unirsi, allearsi per produrre il passato, non vale certo la pena e non siamo, comunque, disposti a farlo.
Per concepire e far vivere la Rivoluzione liberale, certamente, e da subito, sì."