Roma, 13 agosto 1999
Non paghi di anni di disinformazione e di censura, nei quali è stato sistematicamente sequestrato il diritto dei cittadini a "conoscere per deliberare", e sono state ridotte a carta straccia le leggi, la convenzione, il contratto di servizio e le delibere della Commissione di vigilanza; non paghi di avere regolarmente occultato persino i temi che sono al centro tanto dell'iniziativa referendaria quanto dell'intero dibattito politico del paese; non paghi di avere omesso di dare qualsivoglia informazione persino sulle novità normative ed interpretative recentemente intervenute in materia referendaria; non paghi di tutto questo, oggi, i gestori della mastodontica struttura nazionale del T3, e, simultaneamente, quelli della sua pericolosa propaggine regionale del Lazio (già ripetutamente oggetto di nostre denunce dinanzi alla Procura della Repubblica di Roma) non hanno trovato un solo giornalista ed un solo operatore in grado di seguire l'indubbio evento rappresentato dalla presenza ad Ostia di Emma Bonino e Ma
rco Pannella, impegnati in una giornata straordinaria di raccolta di firme in calce ai venti quesiti referendari.
L'episodio non ci sorprende, alla luce dei precedenti che fanno del comportamento del T3 - e soprattutto, lo ripetiamo, della vecchia struttura del Tg3 Lazio- materia più adatta ad esser discussa in un'aula giudiziaria che non in sede di dibattito politico e giornalistico. Ma resta il fatto che oggi è stata scritta un'ulteriore grave pagina di disinformazione e di censura. Dell'attività della Procura della Repubblica di Roma, la cui inerzia è più che mai istigatrice di questi comportamenti del cosiddetto servizio pubblico della Rai, non si ha da tempo alcuna notizia. Speriamo di non dover dire molto presto lo stesso anche per l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, che ha recentemente aperto un procedimento nei confronti della Rai, e a cui proprio entro oggi la Rai doveva fornire documenti, osservazioni e controdeduzioni: non sappiamo se l'abbia fatto; sappiamo però che, con i fatti di Ostia, le ha offerto un ulteriore esempio della nozione di completezza e correttezza dell'informazione conosciuta e
praticata dalle parti di Viale Mazzini.