Roma, 13 agosto 1999 - L'onorevole Giulietti, che ricordiamo poche settimane fa regista, soggettista, sceneggiatore ed interprete del comportamento sostanzialmente neofascista della maggioranza che ha paralizzato la Commissione di Vigilanza e le ha impedito di ripristinare il diritto dei cittadini ad essere correttamente e completamente informati in materia referendaria, dà oggi un'ulteriore prova della sua concezione del dibattito politico democratico: non avendo nulla, ma proprio nulla da rispondere alla puntualità delle cifre-scandalo che abbiamo reso note sulla faraonica campagna elettorale che l'intero sistema radiotelevisivo pubblico e privato ha regalato - lo ripetiamo: regalato- ai DS, e purtroppo non solo a loro, prima passa all'insulto, subito dopo inizia a parlar d'altro.

Da parte nostra, non possiamo che ripetere quanto detto e scritto questa mattina: ai Ds è giunto, in campagna elettorale, da Rai, Mediaset e TMC un "regalo" da oltre 21 miliardi, alla Lista Bonino un altro da poco più di 500 milioni. Comprendiamo che questo sia un esempio di "par condicio" che non dispiace a Giulietti; per quanto ci riguarda, ribadiamo che queste cifre consentono a tutti di capire perché alcuni partiti non si siano posti il problema di acquistare spot televisivi: molto semplicemente, è accaduto che l'intero sistema radiotelevisivo fosse impegnato a organizzare per loro una splendida -e soprattutto gratuita- campagna pubblicitaria. In gran parte -giova ricordarlo- alle spese di tutti i cittadini.