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Partito Radicale Rinascimento - 11 settembre 1999
TIMOR EST E LE CONTRADDIZIONI DEI "PACIFISTI"

Dichiarazione di Gianfranco Dell'Alba, deputato europeo della Lista Bonino

Roma, 11 settembre 1999

Cossuttiani, bertinottiani, verdi, popolari - con l'autorevole avallo di Giulio Andreotti -, con diessini ed altri spezzoni della maggioranza hanno chiesto ieri in Parlamento l'invio immediato di una forza multinazionale "di pace" per fermare i massacri a Timor est, affermando che l'Italia "deve fare la sua parte" e inviare un contingente.

E l'intervento viene invocato in modo così determinato che "Liberazione", "Manifesto" e altri già denunciano lo "scandalo" di un Occidente imbelle e magari complice del governo indonesiano.

Poiché è da supporre che i firmatari della mozione siano informati di cosa sta avvenendo e sappiano che l'unica possibilità di intervento e quella di un attacco aereonavale di grandi proporzioni - e presumibilmente a guida americana -, viene veramente da chiedersi perché ciò è giudicato cosa buona e giusta per impedire il genocidio dei timoresi mentre sembrava lo spregio supremo al diritto internazionale quando avveniva per arrestare quello dei kosovari.

Eppure sono in causa, purtroppo, esattamente le stesse cose: le ragioni della realpolitik, della sovranità nazionale, della forza da un lato, quelle del diritto/dovere di ingerenza in nome dell'indivisibilità dei più fondamentali principi di rispetto dei diritti umani dall'altro. I "pacifisti" di ieri, coi loro principi, avranno qualche difficoltà a spiegare che si può "morire per Dili", mentre mai e poi mai si sarebbe potuto e dovuto "morire per Pristina".

E allora o siamo in presenza dell'ennesimo, triste esercizio dei "due pesi e due misure" così caro a una certa tradizione della sinistra di governo e di opposizione, o finalmente, e ce ne rallegriamo, il principio del diritto di intervento all'interno di stati sovrani per metter fine a massacri ed epurazioni viene finalmente, e senza infingimenti, accettato per tutti i casi in cui ciò avviene, sia ad opera di regimi e governi "di destra" che "di sinistra".

 
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