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Notizie lista Pannella
Partito Radicale Rinascimento - 18 settembre 1999
Quel ragazzo che ha fatto diventare liberisti i libertari
Articolo/Foglio 18 settembre 1999 pag. 3

BENEDETTO DELLA VEDOVA, PANNELLIANO ANOMALO, HA DATO

CONTENUTI ECONOMICI ALLE BATTAGLIE RADICALI

E' uno dei sette eurodeputati della Lista Bonino. Nel partito è

considerato uno sgobbone rompiscatole sulla scia di Crivellini, Calderisi

e Strik Lievers. Legge Von Hayek e polemizza con i sindacati. Allievo in

Bocconi di Monti, ora il Commissario gli telefona

Roma. Nessuno sciopero della fame, niente

militanza ai tavoli né incazzosi proclami a

Radio radicale. Mai fatto l'uomo-sandwich

per protesta o per proposta. Zero concessioni

allo Spinelli (Spinelli Altiero, padre dell'Europa

federale) o allo spinello, simbolo della

trasgressione un po' chic e un po' choc del

movimento. Quanto ai referendum non aveva

l'età, come Gigliola Cinquetti, per tifare contro

Amintore Fanfani (divorzio) o il tempo

per gli insegnamenti del caso Tortora (giustizia

giusta).

Insomma, l'eurodeputato Benedetto Della

Vedova, anni 37, al massimo avrebbe potuto

partecipare alla conferenza-stampa detta

"nudi per la verità", quando la pattuglia radicale,

al trentottesimo giorno di digiuno per

denunciare il solito ostracismo della Rai sull'ennesima

campagna referendaria, si tolse

calzoni e calzini e si fece immortalare come

mamma comanda in segno di purissima sfida.

Macché, riservato com'era già nel '95, sarebbe

crollato di fronte alle impietose inquadrature

delle mai così spinte telecamere. Eppure,

quel perfetto anti-radicale, che non si

perde un fine settimana di borghese riposo e

sparisce sul Mar Rosso in pieno agosto, inseguito

dai fulmini di Marco Pannella ("ma

dov'è quel maledetto Benedetto?") mentre

lui, il grande Marco, raccoglie firme casa per

casa, come se fosse impegnato nella Stalingrado

estiva del "regime", quel bocconiano

che non apre la bocca invano e se lo fa, conversa,

anziché polemizzare, è oggi l'asso nella

manica degli Emma Bonino-boys.

Bisognerà, dunque, che qualcuno informi

Sergio D'Antoni, Sergio Cofferati e Piero Larizza,

i tre moschettieri del sindacato che rischiano

di perdere cappa e spada: c'è la mano

di Della Vedova nei quesiti su lavoro, fisco,

previdenza e sanità, ovvero i temi forti

dei venti referendum promossi, e che forse

hanno contribuito alla piccola, grande svolta

al modo d'essere radicali in Italia.

Quando lasciò Marco a Linate

Dopo decenni di battaglie di principio come

la fame nel mondo o il tribunale penale

internazionale, di mobilitazioni alte e nobili

per difendere i diritti civili o per affermare il

sistema elettorale maggioritario, di scelte

spacca-Poli sull'onda dell'anti-proibizionismo

e dell'anti-pacifismo, adesso gli infaticabili

rinnovatori e provocatori scommettono

anche sul pragmatismo del giorno per giorno.

Liste di collocamento, impiego a tempo determinato,

lavoro parziale e a domicilio, libertà

d'assunzione e di licenziamento, sostituto

d'imposta e future pensioni d'anzianità

da abolire, che cosa c'è di più concreto per le

tasche e nella testa di milioni di cittadini? E

tra quelle virgole e quei commi referendari

Benedetto ci cova e ci culla. "Della Vedova è

un po' il nostro ministro dell'Economia", sottolinea

Gianfranco Dell'Alba, eurodeputato

anche lui. "Il trittico liberale, libertario e liberista

ci ha sempre ispirati. Mancava però la

sintesi, questi indirizzi non rappresentavano

ancora l'asse portante del nostro impegno.

Ecco, Benedetto è riuscito a farlo".

La storia dell'ex ragazzo rosso, ma rosso solo

per timidezza, comincia con un conflitto.

Approdato da poco sulle rive di Pannella, al

è subito ordinato il battesimo del fuoco.

"Vai a Linate a prendere Marco", gli dicono

nella sede milanese di Corso di Porta Vigentina.

L'idea d'incontrare per la prima volta

l'uomo politico che più ha stimato senza

aver mai conosciuto, lo angoscia al punto che

Della Vedova si perde nell'aeroporto. Al partito,

intanto, squilla il telefono, dall'altra parte

c'è un furioso Pannella che così esordisce:

"Ma chi è questo stronzo che m'avete mandato?".

Lo "stronzo", in realtà, deve il suo ingresso

nell'ambiente radicale a Marco Taradash,

che lo conobbe in occasione delle elezioni

del 1994 (nel collegio di San Donato) e se lo

portò come consulente economico alla commissione

Bilancio. "Aveva una caratteristica

importante, studiava sempre", ricorda il deputato

riformatore. "Veniva dal mondo della

ricerca e siccome non aveva militanza radicale

alle spalle, la cerchia romana attorno a

Pannella agli inizi si chiuse a riccio. Le prime

volte alle riunioni non lo lasciavano neanche

parlare". Cose da dire l'escluso ne avrebbe

avute, specie in seguito. Intanto divideva

la casa romana con un suo vecchio amico valtellinese

diventato deputato leghista. E quando

Taradash si allontanò dalla Lista Pannella,

Della Vedova ha vissuto con disagio il distacco

tra i due Marco della sua vita politica.

E' un cultore di Friedrich August von

Hayek, "probabilmente il più grande pensatore

liberale del secolo", come sottolinea il

giurista e primo suo divulgatore in Italia Pietro

Di Muccio, che acquistava le poche copie

in circolazione ("La società libera", prefazione

di Sergio Ricossa) per regalarle ai comunisti

in pieno 1976. Con l'austriaco Hayek,

premio Nobel per l'economia e demolitore

delle teorie keynesiane, il liberalismo si contrappone

al socialismo senza più compromessi.

"Già nel '45 con 'La via verso la schia-

vitù' Von Hayek dimostrava che nell'allora

gloriosa e glorificata Urss in realtà s'annidava

la tirannide e ne preconizzava il fallimento

a causa della politica di collettivizzazione",

ricorda Di Muccio, oggi segretario generale di

Forza Italia alla Camera. Dunque, abbeverandosi

a quella bibbia, perennemente aperta

sul tavolo, Benedetto Della Vedova è diventato

il più radicale dei moderati o il più

moderato dei radicali. Dice Olivier Dupuis, il

belga alla guida del partito: "L'ultraliberista

Benedetto può sembrare un estremista. Invece

è un moderato nel senso migliore della parola".

A colpi di von Hayeck e di Ludwig von Mises,

il suo austriaco maestro, Della Vedova ha

coltivato un po' di thatcherismo all'italiana,

che ora spera di mettere a frutto per via referendaria.

"Lui è bravo, non c'è dubbio, però

noi radicali abbiamo sempre prestato attenzione

alle questioni economiche", sostiene

Sergio Stanzani, militante e dirigente della

prima ora. "Pannella ha fatto lo sciopero della

sete per tagliare le pensioni d'anzianità e

raddoppiare quelle minime, che sono da fame.

Siamo stati attaccati dai sindacati per le

nostre posizioni ai tempi del referendum sulla

contingenza. Abbiamo posto i rischi e i costi

derivanti dal buco dell'ozono quando nessuno

ci pensava e abbiamo denunciato la sovranità

limitata dei piani urbanistici di Roma,

che non si potevano fare perché c'erano

proprietà del Vaticano in ballo. Tutte posizioni

ispirate a Ernesto Rossi".

La scelta liberista dei radicali acquista ora

una nuova e compiuta dimensione, come conferma

la telefonata del commissario Mario

Monti al suo allievo della Bocconi. Della Vedova

aveva presentato un'interrogazione relativa

all'ingresso di Enel in Telepiù. Dodici

ore dopo e da Strasburgo chiama Monti, che

tra l'altro stava per essere a sua volta esaminato

dal Parlamento: chiedeva maggiori ragguagli.

Sorpreso da tanto e tale interesse, Della

Vedova si fa piccolo piccolo e si difende

sotto lo scudo dell'Università: "Professore, mi

ricordo ancora delle sue caramelle Halls

Mentoliptus ". Lo scopritore Taradash conferma:

"Ha una timidezza sfacciata, che talvolta

lo fa apparire per quel che non è, cioè

poco determinato quando arriva l'ora X".

La rivoluzione liberale e la vita privata

Ma alla debolezza segnalata sta provvedendo

Marco Pannella, il quale stima questo

giovanotto che l'aveva lasciato a piedi, ma a

modo suo, ovvero senza dargli un minuto di

tregua. Tra i radicali molti sono convinti che

Marco promuova di sabato e domenica le iniziative

più importanti anche per fare dispetto

a Della Vedova, amante del lungo week-end,

ma spesso costretto ad accorciarlo per

gli immancabili "sopravvenuti impegni" di

Pannella. Chi lo conosce azzarda che già

adesso l'economista Benedetto starà facendo

un po' di conti per vedere come volatilizzarsi

nel capodanno del secolo, che Pannella e Bonino

- si può star certi - utilizzeranno per lanciare

con maggior forza qualche nuova battaglia.

D'altronde, Della Vedova deve vedersela

anche con Giorgia, deliziosa fidanzata milanese

e "radicale sofisticata": anche la rivoluzione

liberale ha le sue regole da rispettare.

Ma intanto si prepara ai faccia a faccia referendari

(uno con D'Antoni l'ha già fatto sabato

4 settembre, sia pure a tarda ora tv; i suoi

prevedono che sarà Benedetto ad affiancare

Emma e Marco sui temi sindacali). "Se penso

a un paese ben governato, penso a un paese

governato da Della Vedova", scherza Daniele

Capezzone, giovane compagno di scrivania e

di battaglie. "A lui si deve la strategia duramente

liberista. Ma con qualche paletto: gli

anarco-capitalisti, per esempio, non fanno al

suo caso. E' il classico moderato, che fuma il

sigaro e nonostante l'età si coccola sette nipotini,

figli di fratelli e sorelle".

Nato a Tirano, in Valtellina, il bocconiano

di ferro e vegetariano di scelta da cinque anni

lavora tra miti e riti radicali senza essersi

infatuato per alcuno. Il suo ufficio nella sede

di Torre Argentina 76 (prima il partito stava

al numero 18, la storica sede in cui "si fumava

e si scopava", secondo il tramandato racconto

dei testimoni), è incuneato tra una miriade

di associazioni: si va dalla "Nessuno

tocchi Caino", che si batte contro la pena di

morte, alla "Non c'è pace senza giustizia",

promotrice del tribunale internazionale per

i crimini contro l'umanità. E poi "Liberi-liberi",

"Movimento dei club Pannella-Riformatori",

"lista-Bonino", c'è tutto l'arcobaleno dei

primi quarant'anni di battaglie radicali, da

Ernesto Rossi a Friedrich August von Hayek.

La via referendaria a Von Hayek

"Esempi come quello della Spagna dimostrano

che i contratti di lavoro a tempo determinato

sono uno strumento importante di

flessibilità del mercato del lavoro, che aiuta

le aziende e favorisce l'occupazione", ecco il

nuovo linguaggio misurato, ma politicamente

"scorrettissimo", delle iniziative targate Della

Vedova. "Chi è al corrente che sulle 2.000

lire al litro del costo della benzina solo 300

rappresentano il vero costo del prodotto,

mentre più di 1.600 lire vengono incassate

dallo Stato come imposta?". E ancora: "Con

questa pressione fiscale è come se l'italiano

lavorasse per pagare lo Stato fino alla fine di

luglio di ogni anno e potesse trattenere per sè

e la propria famiglia solo ciò che produce da

agosto a fine dicembre. In Gran Bretagna, al

contrario, il giorno di liberazione dal fisco (il

"tax-freedom day") è caduto il 27 maggio e negli

Usa addirittura il 10 maggio". Liberalismo

per via referendaria, forse si può. E allora ha

ragione Pannella quando dà l'implacabile

caccia al grande timido: "Benedetto, dov'è

Benedetto?". Chi conosce i tanti seguaci che

nelle varie stagioni hanno seguito Pannella,

li divide in due grandi categorie: i telegenici

e un po' aggressivi (l'asse Negri-Rutelli-Cappato)

e gli sgobboni un po' rompiscatole (Strik

Lievers-Crivellini-Calderisi). Della Vedova

senza dubbio fa parte di questi ultimi.

 
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