Roma, 30 Novembre 1999Carissimo Martino,
chiuse le urne e conosciuti i risultati, mi sembra finalmente senza controindicazioni porti pubblicamente una domanda politica che ritengo, da tempo, urgente ed opportuna.
Quando, in uno scontro sostanzialmente bipartitico, uno dei candidati:
a) è apolitico e dichiara di non essersi mai occupato di politica;
b) qualifica se stesso come: " sono un cattolico che ha sempre votato DC, un figlio della Curia";
c) è intenzionato a fare "il deputato di quartiere", usurpando nelle intenzioni le funzioni evidenti di consigliere circoscrizionale e comunale ;
d) è, per sua stessa proclamazione, più che confessione, del tutto ignorante di leggi finanziarie e di problemi economici;
e) è totalmente afono se si tratta di pronunciare le parole: " liberale, riforma, partitocrazia, pensioni, impresa, mercato ";
se dunque uno di questi due candidati è così connotato e viene proposto come bandiera o portabandiera di uno schieramento politico-elettorale, un liberale, un democratico, un riformatore, un liberista, un laico, una persona sensibile ai valori e alle virtù civili, come dovrebbe votare, come voterà?
Se poi l'altro candidato non sia ematologo di "fama internazionale", ma semplicemente "politologo di fama nazionale o provinciale", se è il portabandiera di qualcuno che è stretto alleato politico di colui che ha scelto il suo concorrente, cioè l'ematologo apolitico che ha votato tutta la vita DC e che si proclama figlio della Curia, l'ipotetico, suddetto "liberale" come si caverà dall'imbarazzo?
E se questo "liberale" avesse stima e fiducia per Emma Bonino, cacciata da responsabilità che tutta l'Europa, e non solo l'immensa maggioranza del popolo italiano ritenevano e ritengono avesse esercitato ed esercitasse non solo bene ma straordinariamente, in modo "ottimo", e avesse sottoscritto (come te, credo) i venti referendum liberali e liberisti invece osteggiati o ignorati congiuntamente dai due leader dei due candidati suddetti, quale giudizio politico dovrebbe dare del "bipolarismo" e del "liberalismo" e della volontà riformatrice di Silvio Berlusconi, della tua Forza Italia e del tuo Polo?
Per la verità, il dodicesimo collegio di Bologna è un sintomo, un esempio.
Emma Bonino ha ieri rivolto un appello ad altri due italiani su dieci, oltre a quello che già lo ha fatto alle Elezioni europee, a sostenere la sua e nostra battaglia liberale, liberista, libertaria (a proposito, come stai?), radicale in occasione delle prossime elezioni regionali e (forse) politiche, e per difendere ed affermare, lottando e non tacendo o chiacchierando, l'alternativa referendaria liberista e liberale.
Proporrete a noi cittadini metodo, contenuti e connotati alla Sante Tura o alla Silvio Berlusconi 1999 (così lontano sembra da quello del 1994)?
Ci sembra più che probabile. Così come ci sembra più che probabile che l'Italia del Polo e dell'Ulivo sia quella di Mediaset e della Rai Tv, mentre quella di Radio Radicale si spegnerà ma nobilmente, lasciando i suoi semi di libertà e di dignità civile e sperando che trovino quel po' di terreno necessario per far nascere piante e frutti pur in questo territorio politico e geopolitico italiano dove la Riforma liberale continua a non compiersi mentre continua a produrre le solite controriforme alla Sant o Tura.
Carissimo Antonio, temo proprio che la sorte ormai voglia che politicamente 'ce dicimme addje'. Spero di sbagliare. Stammi bene,
Tuo Marco