Roma, 3 dicembre 1999

Caro Pannella,

ho letto con attenzione e rispetto la lettera che hai inviato a Berlusconi, a Fini e a me. Sappiamo tutti e due quelli che sono i dissensi storici che ci dividono, e in primo luogo il giudizio sulla storia democristiana che tu continui a leggere in una chiave quasi oscurantista e che invece per me, nelle sue pagine migliori, è una storia di valori e di libertà. Così come ci divide la questione della droga che affrontiamo, come tu stesso osservi, con spirito diametralmente opposto.

E tuttavia credo che sull'altro piatto della bilancia dobbiamo mettere, con tutto il peso che ha, lo spirito liberale che ci unisce. Non è un caso, credo, che tutti i parlamentari del Ccd abbiamo sottoscritto le proposte per tradurre in legge gran parte dei quesiti referendari. Sulla liberalizzazione del mercato del lavoro, su una giustizia più giusta, sulla libertà scolastica e su molti altri temi abbiamo visioni e sensibilità non dissimili. Sono semi che dobbiamo coltivare e che possiamo far crescere se c'è la volontà comune di rompere il muro di incomunicabilità che ha fatto sì che negli ultimi tempi ci si parlasse e ci si capisse poco.

Spero che quel muro si possa abbattere, anche se non dimentico - come non dimentichi tu - i dissensi che fanno le differenze tra le nostre storie e i nostri progetti.

Pier Ferdinando Casini