Dichiarazione di Marco Cappato, deputato europeo della Lista Bonino e Coordinatore dei Radicali:
Roma, 23 dicembre 1999
"Come già è accaduto negli ultimi venticinque anni di storia partitocratica italiana, i potenti del regime hanno deciso di sottrarre alla stessa conoscenza degli elettori italiani le armi democratiche dei referendum radicali di liberazione.
Berlusconi - con al suo immediato e obbediente seguito D'Alema, Bossi, Boselli e tutti i cespugli della partitocrazia - ha scelto di chiamarsi fuori dallo scontro referendario, che è, lo ricordiamo, scontro innanzitutto sociale, sui referendum di liberazione del lavoro e dell'impresa e per la giustizia giusta, contro il blocco sociale dominante delle burocrazie parassitarie, del grande capitale assistito e dei sindacati conservatori e nemici del lavoro. Di fronte a tale scontro Berlusconi ci dice che vuole aspettare, inventandosi appuntamenti decisionali di organi fantoccio di Forza Italia, dei quali è in realtà proprietario prima che leader. Farà finta di decidere, dunque, dopo la convocazione della Corte Costituzionale sui referendum o addirittura dopo le elezioni regionali, nell'evidente speranza che la Corte stessa possa realizzare con minor spargimento di sangue quello che lui ha già deciso e per cui sta lavorando attivamente da mesi: nascondere alle cittadine e ai cittadini italiani la carica civ
ile e democratica dei referendum, e con essi l'identità e la storia di Emma Bonino e del movimento radicale e referendario.
Così come il PCI di Berlinguer cercò di sottrarre in ogni modo agli elettori innanzitutto comunisti la vittoria civile ed europea del referendum sul divorzio, oggi Berlusconi si appresta a lavorare attivamente, come ha fatto per la cacciata di Emma Bonino da Bruxelles, per impedire innanzitutto ai propri elettori - quelli che lui gradirebbe fossero "moderati" - di imbracciare le armi della liberazione da un regime sempre più fuorilegge, da un potere di cui Berlusconi stesso si presenta come il tenutario più forte e pericoloso".