Roma, 28 dicembre 1999
L'ex Presidente della Corte Costituzionale Vincenzo Caianiello risponde alle osservazioni del Ministro del Lavoro Cesare Salvi in merito alla pretesa inammissibilità dei quesiti referendari in materia di libertà di lavoro a causa di normative internazionali. "Se il Ministro fa riferimento, per quanto attiene ai trattati internazionali, alla convenzione dell'Organizzazione internazionale del lavoro sulla gratuità del collocamento, allora è indispensabile ricordare che tale convezione non è ancora stata ratificata dal Parlamento italiano e quindi non può essere invocata per dichiarare inammissibile un referendum. Quanto poi alle normative europee - continua il presidente emerito della Consulta - la Corte si è già pronunciata in merito con una precisa sentenza del 1990. La Corte in quell'occasione stabilì che l'eventuale contrasto fra direttiva comunitaria e esito referendario non può essere motivo di inammissibilità, per la semplice ragione che i due ordinamenti sono autonomi e che, in caso di conflitto, preva
le quello europeo: quindi il referendum può tenersi, anche se poi l'esito non sarebbe applicabile. Ma come è noto anche le norme dell'Unione possono cambiare ."