Roma, 12 Gennaio 2000Quello che segue è il testo della pagina pubblicitaria che appare oggi su "Il Foglio", in merito alla posizione dei Radicali in vista delle prossime elezioni regionali:
"A meno di 100 giorni dalle prossime elezioni regionali, nessuno vi ha ancora detto - peggio: nessuno sembra essersene accorto- che, il prossimo 16 aprile, non saremo chiamati, come le altre volte, ad eleggere tanto e solo 15 consigli regionali, ma delle vere e proprie "Assemblee costituenti", che potranno da subito, nelle settimane immediatamente successive, "riscrivere la Costituzione" - lo Statuto- della propria Regione. In altre parole, i 15 Consigli regionali che nasceranno fra 13 settimane dovranno compiere - Regione per Regione- scelte assolutamente fondamentali: adottare una forma di governo di tipo presidenziale o invece di tipo parlamentare, puntare su un sistema elettorale di tipo maggioritario o invece di tipo proporzionale, decidere di ampliare o restringere la possibilità di ricorrere a iniziative popolari e referendarie a livello regionale, provinciale, comunale, e così via. Di tutto questo, nessuno vi ha mai parlato fino ad ora. Nessuno. Tanto meno quei "professionisti del federalismo" che, i
n questi anni, non hanno saputo far altro che contribuire al rafforzamento dell'assetto statalista, centralista e burocratico delle istituzioni italiane. Le Liste radicali di Emma Bonino e Marco Pannella propongono di "creare" Regioni simili agli Stati americani, arricchendole con la componente migliore - quella di democrazia diretta- del sistema svizzero. Quindi: Presidente eletto direttamente e deputati" scelti con sistema uninominale maggioritario a turno unico (due o tre partiti: chi vince governa, e gli altri all'opposizione), e fortissime integrazioni di democrazia diretta referendaria, per affidare ai cittadini il potere di decidere in modo immediato e diretto sulle cose che li riguardano più - da vicino. E allora, per fare un esempio, chi - se non i Veneti, tutti i Veneti - sarà meglio capace di fare le scelte importanti, di decidere quel che andrà deciso nell'interesse generale dei Veneti e del Veneto? Chi saprà essere più "veneto" e più "federalista" degli stessi Veneti? Forse Cacciari, o Galan, o
il Bossiano di turno? Credete davvero che quegli stessi partiti, quelle stesse burocrazie che, a Roma come in Veneto, come in Calabria e come dappertutto, hanno per decenni prodotto malgoverno e sperperato risorse, potranno ora fare qualcosa di diverso? Il nostro programma è un programma di Rivoluzione Federalista, da attuare - Regione per Regione- in poche settimane, le stesse nelle quali, con i venti referendum, potremo realizzare la grande Rivoluzione Liberale e Liberista sulla giustizia, sull'economia e sul lavoro. Questo è il progetto che ancora in queste ore - senza ottenere finora risposta alcuna- abbiamo riproposto a Silvio Berlusconi e a tutto il Polo, e che, insieme o da soli, porteremo comunque al voto del 16 aprile, con i nostri candidati Presidenti e le nostre Liste".