Roma, 13 gennaio 2000Fanno oggi a gara gli editorialisti della stampa di regime, da Ezio Mauro sul giornale di De Benedetti a Ugolini sulla corazzata ex-comunista dell'Unità, a Paolo Cirino Pomicino sul giornale di Paolo Berlusconi (come ieri il cappellano di Berlusconi Silvio, Baget Bozzo), per dare forza, risalto e vigore alle posizioni antireferendarie ed antiliberali del potere italiano, utilizzando argomentazioni riconducibili in modo diretto alla polemica della sottocultura fascista contro liberalismo e capitalismo.
I loro argomenti sono quelli con i quali si sono affermati i welfare fascista e comunista, contro il liberalismo e il mercato.
Se qualcuno resuscitasse alcune frase del più turgido dei sindacalisti fascisti, Bombacci, troverebbe assonanze con l'ira repressa di Cofferati, che imbraccia l'arma della menzogna del ricatto contro la politica e l'imprenditoria italiana, usando i grandi e vincenti argomenti di una politica autoritaria, demagogica e eticista contro Einaudi, Salvemini e Gobetti. Sono queste le origini vecchie e fortissime della politica antiliberista, per la quale noi saremmo contro la libertà e i diritti degli umili, quando loro non sono altro che una classe di potere terrorizzata davanti al terzo Stato che avanza.
Tra le contraddizioni esistenti, in Confindustriua cresce invece una consapevolezza di Terzo stato della base dei piccoli medi imprenditori, con qualche primo appoggio di alcuni grandi industriali.