Roma, 18 gennaio 2000

Dichiarazione di Giuseppe Micheletta:

"La proposta del Procuratore D'Ambrosio, di rendere esecutiva la sentenza di condanna di primo grado, è pericolosa, sconcertante, terrorizzante.

A seguito della balorda riforma del Giudice Unico un singolo magistrato, magari alle prime armi, potrà condannare una persona fino a trent'anni di reclusione. Solo un giustizialista incallito, incurante d'ogni elementare garanzia processuale, civile e politica dei cittadini, può immaginare che una simile condanna sia immediatamente esecutiva. Basti pensare che il 60% delle sentenze di primo grado vengono riformate in appello per rendersi conto dell'assurdità di tale proposta.

Dal Guardasigilli al Ministro degli Interni, dal Procuratore di Palermo a quello di Milano, giungono proposte assolutamente in linea con la peggiore ed ottusa cultura controriformista, per cui, nella convinzione che la causa principale della bancarotta della giustizia sia la presenza di eccessive garanzie processuali, ci si illude di risolvere il problema con (contro-)riforme tipo quella del Giudice Unico o con l'eliminazione di gradi di giudizio.

Se L'Italia è un Paese fuori-legge, ove vige la più totale incertezza del diritto, non è certo perché vi sono troppe garanzie per i cittadini, ma, al contrario, perché non ve n'è alcuna. Basti pensare che per avere un processo è necessario attendere anni, mentre i magistrati - caro D'Ambrosio - possono permettersi di utilizzare diciotto mesi per scrivere una sentenza senza incorrere per questo in alcuna sanzione".